Infortuni nello sport: quali sono i più ricorrenti?  

Condividi l'articolo

Gli infortuni sono eventi molto comuni tra coloro che praticano lo sport, amatoriale o professionale che sia.
I dati sono piuttosto chiari: uno studio pubblicato anni fa dal Reparto Ambiente Traumi dell’Istituto Superiore della Sanità* indica che annualmente sono circa 300.000 le persone che si presentano al Pronto Soccorso per un infortunio dovuto all’attività sportiva. Il 70% circa è rappresentato da codici bianchi, il 27% da codici verdi e il 3% da codici rossi. L’età media dei soggetti infortunati è di 21 anni, ma è in crescita quella degli over 50.

Sui benefici di un’attività sportiva non ci sono discussioni di sorta nel mondo scientifico, ma si deve prendere atto che l’infortunio è un rischio inevitabile della pratica sportiva, che però varia molto a seconda della disciplina praticata, dell’intensità e del grado di preparazione dell’atleta.

Gli infortuni non devono essere sottovalutati

Un errore che spesso gli atleti commettono, soprattutto quelli amatoriali che non sono seguiti da staff medici come nel caso dei professionisti, è quello di sottovalutare gli infortuni. È un errore da evitare perché può avere conseguenze pesanti. Non sono infatti rari i casi di infortuni lievi che, trascurati, si sono aggravati costringendo a un periodo di stop sportivo più lungo del previsto.

In caso di infortunio è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di base oppure a un traumatologo sportivo, figure professionali in grado di suggerire la soluzione più appropriata. A questo proposito, sul sito di Gruppo San Donato si possono trovare indicazioni sull’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano uno dei centri d’eccellenza per la salute dello sportivo.

Quali sono gli infortuni più comuni della pratica sportiva?

Ogni disciplina ha infortuni caratteristici che sono legati a specifici gesti atletici, al tipo di attività (individuale o di squadra), al terreno di gioco e all’intensità della pratica sportiva.

Il calcio e il calcetto, per esempio, sono due attività in cui gli infortuni sono all’ordine del giorno, anche perché sono frequentissimi i contatti con gli avversari. Molto comuni sono le lesioni ai flessori, le lesioni ai legamenti del ginocchio, le distorsioni della caviglia e le contusioni da contatto con gli avversari.

In chi pratica il running sono comuni le tendiniti da sovraccarico, la fascite plantare e le fratture da stress (il rischio è più elevato se si superano i 65 km alla settimana).

In chi pratica il tennis e il padel, l’infortunio tipico è l’epicondilite (il cosiddetto “gomito del tennista”), comune anche nei golfisti. Nei tennisti, altri infortuni abbastanza frequenti sono le lesioni alla cuffia dei rotatori, la lombalgia e le distorsioni di polso e caviglia.

Nel caso degli sciatori sono frequenti le lesioni al crociato anteriore e al crociato mediale. Altri problemi frequenti sono il “pollice dello sciatore” (una lesione del legamento collaterale ulnare), la frattura del polso, le distorsioni e i traumi cranici.

Nei pallavolisti sono frequenti la distorsione della caviglia, la “spalla del pallavolista” (lesione da sovraccarico), la tendinopatia rotulea e i traumi alle dita.

L’importanza della prevenzione

I centri di traumatologia sportiva sono fondamentali per la diagnosi, il trattamento e la riabilitazione post-infortunio, ma hanno anche un ruolo fondamentale per quanto riguarda la prevenzione.

Il moderno medico dello sport, infatti, collaborando con fisioterapisti, preparatori atletici e nutrizionisti può aiutare gli atleti a individuare eventuali squilibri muscolari o biomeccanici, costruire programmi preventivi studiati appositamente per l’atleta, monitorare il recupero e prevenire il sovraccarico atletico.

Esplora altri articoli

Vuoi rimanere aggiornato?

entra nei nostri canali