Sulla vicenda tamponi in casa Lazio continua ad indagare la Procura federale: “Le violazioni del protocollo su cui si indaga iniziano ad essere diverse e la posizione del club sembra aggravarsi giorno dopo giorno. Oltre al caso Immobile e alla violazione dell’isolamento per la gara con il Torino, l’attenzione degli ispettori è in gran parte sulla mancata comunicazione alla ASL competente dei casi positivi”.
Pure questa grave mancanza, fa notare il quotidiano, “contestabile penalmente anche dalla Procura della Repubblica“, rientra tra le violazioni del protocollo e potrebbe avere conseguenze pesantissime sulla stagione della Lazio, soprattutto se dovessero emergere più positivi non dichiarati negli ultimi mesi.
Le sanzioni prevedono una gradualità in base alla violazione commessa: “Si va dall’ammenda alla penalizzazione, quindi la retrocessione e infine l’esclusione dal campionato“, si legge. La Lazio dunque è davvero nei guai. Accertata la violazione, dovrà anche dimostrare l’assenza di dolo o colpa grave, circostanza per cui sul medico del club peserebbe pure la responsabilità penale”.
Il pensiero di Lotito
Attacchi mascherati e frontali, congiure, macchinazioni pilotate. Lotito, chiuso nel silenzio, grida di nuovo al complotto. L’aveva fatto anche tra aprile e maggio, in pieno lockdown. Non parla e non parlerà ma la sua quiete mediatica è rumorosa, i suoi pensieri riecheggiano dal mondo che gli gira attorno.
Ieri, dopo il tentativo di screditamento e tutte le voci catastrofiche rimbalzate da più parti, ha pensato di emettere un comunicato, è rimasta solo una tentazione. È stufo di certi giochetti, si raccolgono sfoghi quando parla ai suoi fedelissimi: «Il protocollo è stato super rispettato dalla Lazio», garantisce il presidente a tutti, ovunque si trovi ad operare e a chiunque gli chieda spiegazioni.
Anche ieri in Lega ha spinto affinché si adotti un protocollo unitario di interpretazione relativamente alla lettura dei tamponi dopo le difformità emerse con l’Uefa. Hanno riguardato anche l’Inter (caso Hakimi), non solo la Lazio.
Serve una centrale unica di valutazione per evitare discrasie così come avviene per l’antidoping (è centralizzato). «In ballo c’è la credibilità», è un altro degli sfoghi privati di Lotito. È abile ad infilarsi nei vuoti normativi, spesso ha fatto giurisprudenza. Ci riuscirà anche stavolta?
L’asl
Il presidente, senza proferire parola, assicura che ogni mossa è stata effettuata nel rispetto dei protocolli. Il dottor Ivo Pulcini, responsabile sanitario della Lazio, ha sempre interloquito con l’ASL 1, è un’altra delle assicurazioni che provengono da Formello.
Sarebbe successo nei giorni che hanno preceduto Torino-Lazio e anche all’inizio di questa lunga settimana, quando Immobile (martedì 3 novembre) è stato fermato, era la vigilia di Zenit-Lazio. Ciro era risultato positivo per l’Uefa mentre il Futura Diagnostica di Avellino (laboratorio di riferimento della Lazio) aveva riscontrato una lieve reattività del gene “N” (aspecifico, può riferirsi a diversi tipi di coronavirus, non direttamente al Covid).
La Lazio avrebbe contattato l’ASL 1 per informarla del contenzioso nato con l’Uefa e l’azienda sanitaria avrebbe disposto la verifica attraverso i tamponi molecolari svolti puntualmente ieri a Formello (risultati tutti negativi). Lotito è certo di aver agito rispettando le norme sempre, soprattutto alla vigilia di Torino-Lazio del 1° novembre (si sa che i granata hanno fatto un esposto alla Procura Figc).
Immobile, Leiva e Strakosha erano risultati negativi al doppio tampone del 30 e del 31 ottobre, seguirono anche visite di idoneità per certificare lo stato di salute dei giocatori interessati dalle positività (deboli o meno che fossero). Considerando le negatività nessuna comunicazione era stata fatta all’ASL 1 alla vigilia di Torino.
La presenza di Immobile (tra le riserve) nella rifinitura pre-Zenit, sulla quale sta indagando la Procura federale, si sarebbe verificata perché l’esito dei tamponi non era ancora arrivato (notizia da accertare, sembrò strano non vedere Ciro tra i titolari). Lotito nelle ultime settimane ha fatto tamponare i giocatori della prima squadra e i loro familiari, anche i baby della Primavera.
A cura di
Redazione
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