In questo periodo storico, in molti si domandano se “allenarsi con la mascherina faccia bene”.
Le indicazioni sanitarie in materia di contenimento dell’epidemia da coronavirus contemplano fondamentalmente la misura del distanziamento sociale e l’uso di mascherina per limitare la diffusione del virus.

Dalla semplice camminata su un sentiero, alla corsa; dalla bici all’arrampicata. È salutare utilizzarle? Può creare problemi?


Si, in quanto essendo una barriera, non garantisce un ottimale afflusso di ossigeno, soprattutto sotto sforzo. Poniamo il caso corressimo con un mascherina, nello spazio tra la mascherina e il viso si creerebbe un’atmosfera ricca dell’anidride carbonica dai noi stessi espirata durante lo sforzo. Di conseguenza, andremmo a inspirare un’aria con un’eccessiva concentrazione di questo gas e una minor concentrazione di ossigeno.
Risultato? Capogiri, stato confusionale, mal di testa, aumento della frequenza respiratoria, tachicardia, fiato corto, aumento della pressione, perdita della coordinazione, problemi di vista, cianosi, stanchezza precoce e anche la perdita dei sensi e lo svenimento, perché se il corpo non può svolgere il lavoro a cui lo sottoponiamo l’unica arma di difesa che ha è quella di “fermarsi”.

Nella normale attività respiratoria, l’anidride carbonica prodotta, ha il tempo di uscire in quanto il maggior numero di atti respiratori fa sì che venga espirata. Nel momento in cui se ne accumula troppa la funzionalità respiratoria non è più ottimale.

Quando corriamo o pedaliamo, ad alta intensità, il nostro fisico ha bisogno di una quantità eccezionale di ossigeno: l’atleta deve ventilare di più per sopperire alle maggiori richieste di cuore, polmoni e muscoli.

Quello che è certo è che può essere molto pericoloso svolgere, con una mascherina, un’attività fisica che sfrutta il metabolismo energetico aerobico obbligato (gli sport “cardio” come la corsa), o facoltativo (come può esserlo una sessione di ginnastica all’aperto).
Perché? Durante questa tipologia di attività fisica il nostro organismo necessita di una corretta respirazione per innescare il metabolismo energetico che permette lo svolgimento della stessa: in pratica gli serve inalare ossigeno ed espellere anidride carbonica, il tutto con una frequenza più elevata rispetto ad uno stato di riposo.

Ma, che cos’è l’alcalosi?
Il fatto di respirare la propria aria, “povera” di ossigeno e “ricca” di anidride carbonica, durante l’attività fisica, innesca quel fenomeno detto alcalosi. Si tratta infatti di una condizione patologica caratterizzata da un eccesso di basi nei liquidi che, se non compensata, fa aumentare il pH del sangue in modo anomalo.
Le conseguenze?
Correre in queste condizioni o semplicemente fare attività motoria per diversi minuti respirando tale aria e aumentando il pH del sangue, può provocare iperventilazione, un forte malessere e debolezza (muscolare e generale).

A cura di
Dott. Gianmaria Celia e Dott.ssa Marta Doria

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