Gli eSports – electronic Sports sono un fenomeno recente ma con un ritorno di seguito molto elevato soprattutto durante il lockdown, infatti, la pandemia del coronavirus Covid-19, ha modificato i piani del mondo sportivo. Ma facciamo un piccolo passo indietro:

Cosa sono esattamente gli eSports?
Letteralmente “sport elettronici”, gli eSports sono videogiochi competitivi basati sull’interazione uomo-computer, sono divisi in macrocategorie (strategia, lotta, sparatutto e multiplayer) e le sfide possono essere singole o multigiocatore.


La svolta dei classici videogiochi fu segnata negli anni ‘80, quando la società statunitense Atari, organizzò un torneo di enorme successo del gioco più venduto dell’epoca: Space Invaders.

Se da un lato, il coronavirus ha costretto il mondo sportivo a posticipare tutti gli eventi previsti per la bella stagione, dall’altro ha fatto esplodere il fenomeno degli eSports attirando l’attenzione di milioni di persone: l’unico sport praticato in questo periodo è stato per l’appunto quello virtuale. 

Oggi, gli eSports, rappresentano un mercato mondiale in grado di fatturare miliardi di euro e sono molte le aziende produttrici di videogiochi che per restare competitive sul mercato, creano sezioni apposite per la modalità di gioco online e organizzare tornei virtuali. In poco tempo, sono nati i primi campionati ufficiali degli sport del “mondo reale”, un esempio sono gli Europei di calcio: rinviato l’evento “fisico”, si è disputato quello digitale e a trionfare nel campionato UEFA eEURO2020 è stata la eNazionale italiana.

L’interessamento verso questo settore è in crescita costante e sono diverse le aziende che hanno deciso di investire negli eSports in quanto ritengono che sia il mercato di entertainment più interessante: la scuderia di Maranello, Ferrari, ha deciso di abbracciare il mondo degli eSports nel 2019 creando un sito web dedicato.

Gli eSport sono diventati quello che sono oggi, non tanto per il loro modello di business di per sé non innovativo, ma perché sono stati la prima forma di entertainment in grado di attingere sia dal mondo dello sport che da quello del gamingprendendo i punti di forza di entrambi. Se in passato giocare ai videogiochi era visto come una perdita di tempo o come un qualcosa di diseducativo, oggi è diventato una sfida a migliorarsi: il gamer ha iniziato ad impersonificare i valori dello sport e a diventare un professionista, si allena diverse ore al giorno per migliorare le proprie abilità come un vero e proprio atleta.

Ma i gamer possono essere considerati veri sportivi? E di conseguenza, gli eSports possono essere considerati veri sport?

A questa domanda ancora non vi è una risposta univoca: è un tema aperto e al centro del dibattito sportivo. Gli eSports avranno una lunga strada da percorrere ma, la loro inclusione nei Giochi asiatici del 2018,  ha segnato certamente un importante punto di partenza e la loro ambizione è quella di essere inclusi nei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Il Comitato Olimpico Internazionale, a tal proposito, visto soprattutto il grande successo di Fortnite -massima espressione degli eSports-, ha mostrato un forte interesse nel settore e potrebbe selezionare alcuni di essi -in linea con i Valori Olimpici- come disciplina sportiva.

Il CONI invece, se dapprima si era dimostrato riluttante all’ingresso degli eSports nel mondo sportivo, adesso sta lavorando per il riconoscimento dei giochi elettronici in Italia delegando il Dott. Michele Barbone a “svolgere ogni attività utile all’unificazione delle realtà che operano in Italia nel settore dell’ eSports”.

A cura di
Dott.ssa Annapaola Biondo e Dott.ssa Nunzia Spaltro

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