Nel nostro Paese, le Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (ASD/SSD), affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali (FSN), sono oltre 63 mila, i centri sportivi circa 100 mila e gli Operatori, Dirigenti e Tecnici Sportivi che lavorano in questo ambiente sono oltre un milione.

Lo sport di base e il dilettantismo, quindi, sono le fondamenta dello sport italiano e purtroppo, sono proprio queste le realtà a rischio per la pandemia Covid-19 che ha messo in ginocchio tutti i settori, senza risparmiare quello dello sport. Anche se il dibattito ultimamente è incentrato prettamente sullo sport di alto livello -tra cui la ripartenza della Serie A di calcio- non si può e non si deve ignorare il mondo amatoriale e semi-professionistico. Le Società Sportive, non dispongono di accantonamenti per far fronte alle perdite economiche dovute alla chiusura degli impianti e alla mancanza di iscrizioni, perché, essendo società senza scopo di lucro per definizione, il loro sistema economico è l’autofinanziamento: con le entrate, si coprono tutte le spese ed in caso di surplus di gestione, si reinveste nella società stessa per apportare miglioramenti, quindi, una ASD o SSD non ha mai scorte economiche per far fronte a crisi impreviste.


Il via libera all’attività sportiva, è stata subordinata al rispetto delle linee guida emanate dall’Ufficio per lo Sport, ma gli Organismi Sportivi hanno avuto il compito di emanare appositi protocolli attuativi per il contrasto e per il contenimento del rischio contagio del virus a tutela della salute degli atleti, dei gestori degli impianti e di coloro che frequentano i luoghi dell’attività. Se l’emergenza sanitaria, come ritengono gli esperti, ci accompagnerà per i prossimi 18-24 mesi, per le società sportive si prospetta un calo di presenza media di circa il 60 o addirittura 70%. Queste stime allarmano il mondo dello sport dilettantistico che richiede ulteriori aiuti da parte dello Stato perché quelli previsti dal Decreto Legge Cura Italianon bastano.

Il Ministro Spadafora, durante una diretta Facebookche vi invitiamo a visionare, si è scusato per i ritardi nell’erogazione del bonus ai collaboratori sportivi ma “non eravamo pronti a fronteggiare un’emergenza di questa entità e sono emersi molti dei problemi e delle difficoltà che il mondo dello sport ha da sempre e che in tempi normali nessuno ha mai affrontato”. Ha illustrato le misure economiche previste per lo sport con il Decreto Legge “Rilancio” affermando che, superato il primo obiettivo, ovvero non far chiudere e mettere in sicurezza le realtà sportive, si occuperà di riformare il mondo dello sport che oggi è privo di tutele: “Sport e giovani sono le due leve che serviranno per uscire da questa orribile crisi. La riforma deve essere fatta prima dell’estate e partire nell’anno nuovo in modo diverso”. Ha continuato annunciando la presenza di 20 milioni in più per il servizio civile, ricordando le linee guida per la ripartenza per gli sport di squadra, individuali e sport di base, affermando che per il momento non è ancora il tempo delle partite di calcetto perchè la prima regola è il distanziamento e ricordando, inoltre, che le ASD e SSD potranno partecipare al bando “Sport e Periferie” previsto per la fine del mese.

Sono molte le misure intraprese dal Ministro Spadafora con il Decreto Legge “Rilancio” :

  • Indennità di 600€ per i collaboratori sportivi per i mesi di aprile e maggio 2020 (art.98);
  • Proroga dei termini dell’effettuazione dei versamenti e degli adempimenti sospesi (art. 127);
  • Proroga di un mese (fino al 30 giugno 2020) della sospensione dei termini per il pagamento dei canoni di locazione e concessori relativi all’affidamento di impianti sportivi pubblici dello Stato e degli enti territoriali (art. 216);
  • Istituzione “Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale”, le cui risorse sono assegnate all’Ufficio per lo sport per l’adozione di misure di sostegno e di ripresa del movimento sportivo (art. 217);
  • Credito d’imposta nella misura del 60% in relazione al canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività istituzionale (art. 28);
  • Riduzione oneri bollette elettriche (art. 30);
  • Centri estivi e contrasto alla povertà educativa (art.105);
  • Sostegno al terzo settore nelle regioni del mezzogiorno (art. 246).

Al mondo dello sport è stato destinato quasi un miliardo di euro e Spadafora ha concluso la diretta facendo un appello al Parlamento Italiano: “le forze politiche che dicono di avere a cuore il mondo dello sport hanno la possibilità di migliorare il decreto e aggiungere altre risorse”.

A cura di
Dott.ssa Nunzia Spaltro e Dott.ssa Annapaola Biondo

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