La notizia della probabile riapertura di piscine, palestre, centri sportivi, con restrizioni molto più rigide rispetto a prima, ha scosso e non poco gestori e sportivi.
In palestra solo lezioni individuali e in piscina uno spazio di 10 metri quadri per persona. Queste sembrerebbero essere le regole base stabilite dal ministero dello sport e approvate dal Cts, il Comitato tecnico – scientifico per permettere la riapertura degli impianti. Con una premessa: niente aggregazioni, sì allo sport soprattutto per ragazzi e anziani. Gli scienziati temono in questa delicata fase dell’epidemia, oltre al virus, le sue varianti. “Riaprire le palestre e gli impianti con l’attivazione di corsi, anche se contingentati, potrebbe creare assembramenti all’interno dei club. Ma è fondamentale riportare giovani, anziani, persone affette da specifiche patologie ad avvalersi delle attività fisiche, necessarie al benessere fisico e psicologico”.
La posizione di ANIF
“Le voci su una ripartenza così strutturata erano già nell’aria da fine dicembre 2020 e non avevano certo entusiasmato i gestori – spiega Giampaolo Duregon, presidente ANIF, Associazione Nazionale Impianti Sportivi e Fitness che rappresenta 100.000 centri sportivi in Italia. Impensabile una ripartenza riservata solo alle lezioni individuali, al lavoro di personal training, senza la possibilità di utilizzo delle sale, degli attrezzi, senza corsi e senza poter usufruire di docce e spogliatoi. Questa soluzione rappresenterebbe l’atto finale per un settore che, nel 2020 e fino ad oggi, ha perso il 70% del fatturato. I centri sportivi costano anche da chiusi: il 50% delle spese sono attive e diventerebbe l’80% con una riapertura così immaginata.
Quello che si chiede è una ripartenza alle stesse condizioni che erano in atto prima del secondo lockdown, iniziato il 25 ottobre scorso. Le palestre, le piscine e tutti i luoghi di sport hanno, già da maggio 2020, adeguato le strutture ai rigidi protocolli emanati dal Ministero dello Sport proprio per assicurare a tutti i frequentatori la massima sicurezza sanitaria.
Il livello di contaminazione registrato nei centri sportivi è risultato effettivamente molto basso, al di sotto dell’1 per mille. Non va dimenticato inoltre che l’attività fisica occupa una posizione di preminenza nella prevenzione delle malattie metaboliche in generale e quindi nel potenziamento delle difese immunitarie. Si chiede di riprendere con ingressi contingentati al 50% delle possibilità, mascherine sempre indossate, sanificazione degli attrezzi dopo ogni utilizzo, distanza di 2 metri fra le persone, prenotazione di corsi tramite app, niente soste nelle aree comuni per evitare gli assembramenti all’interno dei club. Regole rigide anche negli spogliatoi, con l’obbligo di mascherina tranne sotto la doccia, gel presente ovunque, pulizia costante da parte del personale e controlli sempre attivi per vigilare sul rispetto delle regole”.
Il mondo dell’imprenditoria
Sul piano imprenditoriale? Nerio Alessandri, presidente di Technogym dichiara: “In questi mesi, la salute e il wellness sono diventati, più di prima, una priorità assoluta per le persone. I dati internazionali parlano chiaro, a causa del mancato esercizio fisico il 45% delle persone sono aumentate di peso, oltre il 50% segnalano maggiore stress ed il 37% addirittura segni di depressione.
Gli impatti di tali condizioni nel medio termine saranno devastanti sulla salute e sulla sostenibilità.
Star bene conviene a tutti: allo Stato per abbassare la spesa pubblica, alle imprese per aumentare la produttività e soprattutto alle persone per vivere meglio e più a lungo. È fondamentale che la politica se ne renda conto e che permetta ai fitness club di riaprire, con le opportune precauzioni, per offrire alle persone programmi professionali e sicuri per il fitness, lo sport e la salute.
Dopo mesi di isolamento le persone avranno voglia di vivere, di incontrarsi, di socializzare, di riprendere, più di prima, di allenarsi nei fitness club. Lo faranno rapidamente, con entusiasmo e consapevolezza dei comportamenti da tenere…lo vediamo ogni giorno, nei Paesi come l’Australia e gran parte dell’Asia, in cui i centri fitness hanno riaperto. Anche lo sviluppo dell’home fitness, a cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi, rappresenta una grande opportunità per i fitness club. Molte persone non potendo andare in palestra hanno continuato ad allenarsi a casa e non hanno perso aderenza al loro stile di vita attivo: si tratta di consumatori pronti e desiderosi di tornare nei club appena sarà possibile. L’home fitness non è una tendenza passeggera, resterà. Le persone si alleneranno sia a casa sia in palestra, esattamente nello stesso modo nel quale vanno al ristorante ed allo stesso tempo utilizzano il servizio di consegna a domicilio.
L’home fitness non potrà mai sostituire l’esperienza vissuta in palestra in termini di relazioni sociali, varietà di attrezzature e attività e professionalità del servizio. Al contrario, rappresenterà un forte alleato ed una grande opportunità di business aggiuntivo per gli operatori che sapranno offrire servizi e programmi anche a casa”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport
A cura di
Redazione
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