Sono anni che si discute ormai sull’obbligatorietà dell’insegnamento nella scuola primaria dell’educazione fisica da parte degli specialisti del movimento umano (il Laureato in Scienze Motorie). Le prime iniziative sono state fatte tramite i progetti, come ad esempio “Sport di Classe”, ma nonostante ciò tutt’oggi, ancora non è stata approvata alcuna legge.
Ma perché inserire questa figura all’interno della scuola primaria?
La fascia di età compresa tra i 6 ai 10 anni è una fase sensibile, in cui il bambino dovrebbe apprendere le capacità motorie che stanno alla base del movimento umano.
I bambini si trovano nel “periodo d’oro” della motricità ed è proprio negli anni in cui frequentano la scuola primaria che sono predisposti ad apprendere ed interiorizzare movimenti, giochi, esercizi, utili alla loro crescita fisica e motoria quindi le attività proposte devono mirare a sollecitare in maniera adeguata il loro sviluppo.
Il ruolo del laureato in Scienze motorie nella scuole primaria è proprio quello di aiutare i bambini a conoscere il proprio corpo e a raggiungere le competenze motorie adeguate all’età, accompagnando gli alunni alla consapevolezza delle proprie potenzialità e risorse attraverso attività ludico- motorie.
L’educazione motoria si propone di promuovere lo sviluppo delle capacità relative alle funzioni senso-percettive e consolidare, affinare gli schemi motori statici e dinamici indispensabili al controllo del corpo e all’organizzazione dei movimenti nello spazio e nel tempo, concorrere allo sviluppo di coerenti comportamenti relazionali mediante l’attuazione di esperienze ludiche-motorie. Vi è inoltre, l’esigenza di regole e di rispetto delle regole stesse sviluppando la capacità di iniziativa e di soluzione dei problemi.
Perché proprio il laureato in Scienze Motorie e Sportive?
Bhè, lo sottolinea la parola stessa: “motorie” e “sportive”. Perché non insegniamo italiano, matematica, storia? Semplicemente perché non ne è quello il nostro compito. Quindi, perché in una scuola primaria dovrebbe essere compito della maestra di Storia insegnare Educazione Fisica? A voi la risposta!
Il compito dell’insegnante è promuovere in ogni alunno, nel rispetto della maturazione psicologica individuale, il controllo del comportamento motorio. Come Jean Le Boulch sosteneva, l’educazione al movimento e l’acquisizione degli schemi motori non deve avvenire in maniera rigida e stereotipata, e non deve essere basata sulla ripetizione biomeccanica di un modello esterno da imitare. Al contrario, deve avvenire attraverso un processo in grado di conferire agli apprendimenti motori caratteri di soggettività, plasticità e apertura. L’apprendimento deve passare attraverso la presa di coscienza del bambino (Gamelli, 2011).
Come fare?
È attraverso il gioco che il bambino comprende il funzionamento delle cose, apprende regole e modelli di comportamento, impara a dare un significato a ciò che lo circonda, e a diventare consapevole delle sue abilità e capacità (Montessori, 2008).
Potremmo pensare adesso: “siamo tutti in grado di far giocare il bambino..”. No, ogni età ha giochi diversi, con obiettivi diversi, ed è competenza del laureato in Scienze Motorie definire gli obiettivi, i mezzi e i metodi per far crescere il bambino tramite il gioco.
A cura di
Dott.ssa Marta Doria e Dott. Gianmaria Celia
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