Con il termine Sindrome Metabolica (detta anche sindrome da insulino-resistenza) non si indica una singola patologia ma un insieme di fattori predisponenti che insieme, collocano il soggetto in una fascia di rischio elevata per malattie come diabete, problemi cardiovascolari.

In molti casi un soggetto affetto da sindrome metabolica non è propriamente malato, ma ha un’alta probabilità di diventarlo se non adotta uno stile di vita più sano.
La sindrome metabolica ci invita quindi a regolarizzare le nostre abitudini (stress, alimentazione ed attività fisica) prima che sia troppo tardi.
Proprio perché chi soffre di sindrome metabolica il più delle volte non è ancora malato, i consigli dietetici che vengono dati riflettono esattamente quelli proposti alla popolazione generale. Tuttavia, la loro applicazione dev’essere più attenta e rigorosa.
Quando un paziente presenta almeno dai 3 ai 5 dei seguenti criteri, ha sicuramente tale sindrome:


  • Una glicemia a digiuno maggiore o uguale di 110 mg/dl. Quando arriva a 126 mg/dl è diabete;
  • Trigliceridemia: maggiore di 150 mg/dl;
  • HDL basso: minore di 40 mg/dl nell’uomo e 50 mg/dl nella donna. Il motivo per cui è basso è che quando l’insulina non è presente, o non svolge la sua funzione, vengono utilizzati gli acidi grassi. Il produttore principale è il tessuto adiposo, soprattutto del grasso viscerale. Questi acidi grassi vengono trasformati in trigliceridi e vanno a finire sulle HDL (le quali trasportano colesterolo buono). Le HDL sono attaccate dalle lipasi e diventando piccole perdono trigliceridi;
  • Ipertensione arteriosa (pressione sistolica maggiore di 130 mmHg e diastolica maggiore di 85 mmHg);
  • Obesità viscerale.

Per valutare l’obesità viscerale si può misurare la circonferenza addominale. Si parla di obesità viscerale se la circonferenza è di 88 cm nella donna e 102 cm nell’uomo. Il grasso addominale produce una serie di ormoni che producono insulino-resistenza come ad esempio la resistina o l’angiotensina 2. L’insulino resistenza è il meccanismo che collega tutte queste alterazioni. La sindrome metabolica aumenta all’aumentare dell’età. Gli anziani anche se molte volte sono magri presentano un’alterazione della combustione corporea. Inoltre, perdendo la massa muscolare, riducono la sensibilità all’insulina.
Il soggetto che tende ad ingrassare, presenta acido urico alto, pressione alta e aumento della glicemia (livelli alti di glucosio nel sangue). L’acido urico è un fatto di rischio presente nei cibi ricchi di purine (come la carne). È molto pericoloso poiché aumenta l’insorgenza del diabete, aumenta il rischio cardiovascolare favorendo l’aterosclerosi.

Come si manifesta?
Si è visto non avere sintomi specifici. Anzi, molte volte, ne soffrono proprio coloro che pensano di star bene. Motivo per cui bisogna controllare i criteri sopra citati.

Come intervenire?
Piccole modifiche dello stile di vita possono prevenire o rallentare sensibilmente il progresso della sindrome metabolica.
Per riuscirci è sufficiente associare al movimento una dieta corretta che favorisca il dimagrimento ed il mantenimento del peso forma.
Si raccomandano 30 minuti al giorno di esercizio aerobico ad intensità moderata.

A cura di
Dott.ssa Marta Doria e Dott. Gianmaria Celia

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