Lo sport nell’età evolutiva rappresenta un’insostituibile opportunità formativa, sia fisica che psicologica, ma va praticato consapevolmente, perché un’attività sbagliata o svolta in modo scorretto, potrebbe comportare dei problemi per il fisico.
Per i bambini e gli adolescenti praticare uno sport diventa l’occasione per muoversi, correre e giocare.
Ma, in realtà, l’attività sportiva nei giovanissimi significa molto di più: contribuisce ad una crescita equilibrata, sia fisica che psicologica, insegnando a socializzare, a concentrarsi su un obiettivo e a prendere coscienza delle proprie capacità e potenzialità.
Molti genitori si chiedono quale sia lo sport più adatto al proprio figlio, anche spinti dalla preoccupazione che alcune attività sportive possano essere più a rischio infortuni rispetto ad altri.
In linea generale i medici sono dell’idea che il bambino debba seguire le proprie inclinazioni e indirizzarsi allo sport che più gli aggrada, ma nello stesso tempo, non solo per evitare incidenti e traumi, è importante da parte del genitore rispettare le tappe di sviluppo del bambino.
In genere, nei primi anni di attività sportiva, che spesso coincide con gli anni della scuola primaria, è consigliabile indirizzare il bambino verso lo sport di squadra, in quanto serve sia per lo sviluppo dell’organismo sia per lo sviluppo psicologico e sociale:
- Il bambino impara a giocare assieme agli altri;
- A mettersi in relazione con i compagni;
- A condividere vittorie e sconfitte.
Tuttavia, in genere, gli sport di squadra sono anche quelli in cui il rischio di infortunio è più elevato.
Sport di squadra e sport individuali
Innanzitutto, si deve tener conto che, durante la crescita possono verificarsi stati dolorosi fisiologici alle articolazioni che l’attività sportiva, in alcuni bambini, può rendere più acuti.
In questo caso non c’è da preoccuparsi ma semplicemente assecondare il dolore mettendo a riposo il ragazzo. Se i disturbi si protraggono oltre la settimana è consigliata una visita da uno specialista, assieme al quale valutare quali sport possono essere indicati e come condurre gli allenamenti per evitare complicazioni.
I traumi sportivi dei bambini negli sport di squadra
In linea di massima, negli sport di squadra i traumi sono più frequenti che negli sport individuali soprattutto per via del contatto fisico e della possibilità di scontrarsi con gli avversari. Anca, ginocchio, caviglia e spalla sono le articolazioni più a rischio di contusioni e infortuni.
Uno studio condotto negli Stati Uniti nel 2012 ha rilevato un aumento dei bambini ricoverati in pronto soccorso da traumi sportivi e parrebbe che anche nel nostro paese i traumi dei bambini durante lo sport siano sempre di più.
Negli Stati Uniti gli atleti ricoverati erano impegnati prevalentemente nel football americano, seguito da calcio, baseball e basket.
Uno degli sport in cui la probabilità di infortuni è più elevata è il calcio in quanto, sia nella fase di attacco sia in quella di difesa, sono previste situazioni in cui le articolazioni degli arti inferiori e non solo, sono esposte ai contatti.
Calcio: i pericoli del colpo di testa
Nel caso del calcio, alcuni anni fa si è discusso abbondantemente sui rischi portati dai colpi di testa, tanto che in America una class action di genitori, ha spinto le società sportive a vietarli in età pediatrica.
Molti medici ed osteopati sono concordi nel sostenere che il colpo di testa è piuttosto rischioso per la salute dei bambini. Secondo uno studio americano, condotto a partire dal 2010, i traumi cranici durante le partite di calcio sarebbero molto più frequenti che durante gli altri sport.
I ragazzini fino ai 12 anni non hanno ancora del tutto sviluppati i muscoli del collo e la materia grigia. Di conseguenza, il rischio di commozioni celebrali è molto alto.
Secondo studi fatti in laboratorio, giocando con un pallone da 350 grammi, come previsto dal regolamento per i ragazzini dagli 8 ai 13 anni, considerando un tiro a circa 40km/h, il peso sulla testa del bambino supera i 40 kg. A questa età la colonna vertebrale, i muscoli e il sistema nervoso possono subire danni non indifferenti, tanto più se si considera che il bambino è ancora in fase di sviluppo. Per questo motivo negli Stati Uniti i colpi di testa sono vietati fino ai 12 anni.
Infortuni negli sport individuali
Secondo gli esperti negli sport individuali, invece, gli episodi di traumi articolari e distorsioni nei bambini sono più rari e hanno motivazioni diverse.
Non essendoci il contatto fisico con gli avversari, i traumi avvengono in seguito a cadute non provocate o a posture scorrette durante la pratica sportiva. Pertanto, sono più legati alla stanchezza, alla non adeguata preparazione fisica o al superamento delle proprie possibilità fisiche.
In linea di massima, quindi, una maggiore attenzione sia da parte di chi segue il bambino sia da parte del bambino stesso rende più facile evitare gli infortuni.
Nella fascia tra 10 e 15 anni, gli infortuni dei bambini riguardano soprattutto il ginocchio con un aumento dei casi di frattura del menisco e di distorsioni e lesioni al legamento crociato anteriore, gli stessi infortuni frequenti anche in alcuni sport praticati dai più grandi. Un infortunio al ginocchio da bambini guarisce certamente più in fretta rispetto all’adulto.
Come evitare gli infortuni pediatrici durante lo sport
Al di là della casualità che può rendere imprevedibili e inevitabili alcuni infortuni, essere attenti e scrupolosi può ridurre sensibilmente l’incidenza dei traumi sportivi nei bambini:
- Rispettare le sensazioni di stanchezza e di dolore che prova il bambino e, comunque, organizzare la seduta sportiva con le opportune pause per farlo riposare, soprattutto dopo una sessione intensa;
- Non pretendere troppo rispetto alle sue possibilità e trasmettere il senso della corretta sportività, accettando la sconfitta come parte del gioco;
- Trasmettere il rispetto verso l’avversario e smorzare situazioni agonistiche estreme.
Riferimenti Bibliografici
Stracciolini A., et al – Pediatric Sports Injuries: an Age Comparison of Children Versus Adolescents – 2013;
Bettini A., – Storie in movimento: Educare i Bambini a Una Sana e Divertente Attività Fisica e di Gruppo – 2017;
A cura di
Dott. Gianmaria Celia e Dott.ssa Marta Doria
Commenta con Facebook