“La riforma? Ha vinto lo sport se pensiamo ai provvedimenti per i lavoratori che avranno più tutele, come il professionismo per le donne o gli atleti paralimpici che potranno avere un futuro nei gruppi sportivi militari. Penando a queste cose abbiamo vinto tutti, se pensiamo alla governance abbiamo perso tutti: non siamo riusciti a dare una sintesi per definire bene il ruolo del CONI, del Governo e del Ministero”.
Lo ha detto il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora intervenuto ai microfoni di Noventesimo Minuto.
Ancora sul conflitto con il CONI, il ministro ha detto: “E’ giusto che sia lo Stato a mettere in piedi politiche pubbliche per lo sport. In particolare, per quello di base. Il CONI ha coperto un vuoto lasciato dalla politica. Il problema sarà risolto, perchè il CONI deve mantenere la sua indipendenza. Se ognuno sta nel suo ambito e rispetta le regole non ci sarà confusione. Quella c’è solo quando qualcuno sconfinerà”.
Spadafora ha poi ricordato che “la riforma del lavoro sportivo entrerà in vigore nel settembre del 2021 e per due anni, fino al 2023, non prevede oneri contributivi per le società. C’è un fondo da 100 milioni per garantire un esonero contributivo”.
“Fino al 2023 sarà lo Stato a garantire l’esonero contributivo. Se le risorse non dovessero bastare siamo pronti a dare ulteriori garanzie per non deludere società e federazioni”, ha spiegato. Sul professionismo femminile, Spadafora ha ricordato che “è un fatto culturale, di parità di genere. È un fatto importante, un passo in avanti di cui sono molto orgoglioso”.
“Dilazionare i pagamenti dei calciatori? Lascerei almeno questa bega al mondo del calcio, non vorrei ora entrare in conflitto con tutti i giocatori su una cosa che non devo decidere io”.
“L’idea di un salary cap per i calciatori? Di certo, mentre il calcio chiedo aiuto, sentir parlare di stipendi che sono al di sopra della realtà e della possibilità delle società mi sembra contraddittorio. Non so in che forma e in che modo, ma sicuramente una forma che contemperi questo problema dovrebbe esserci. Lo dico anche da cittadino e da tifoso”.
Infine, per Spadafora il “paradosso è che in un Paese come l’Italia non ci sia sempre, in ogni legislatura, un ministero dello sport. Perchè non elevarlo di rango? Io sarei disponibile a prevederlo, dovrebbe diventare un ministero con portafoglio. In questo modo si risolverebbero tanti problemi”.
A cura di
Redazione
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