“Gli investimenti in percorsi di responsabilità e sostenibilità sono ormai avvertiti come necessari, anche grazie alla spinta dei consumatori e stanno mettendo radici nelle organizzazioni che vogliono stare sul mercato in maniera più efficace e duratura. La sfida ora è far diventare la CSR più popolare, riconoscibile e contagiosa, premiando chi forma il personale, è coerente, condivide a tutti i livelli, ascolta gli stakeholder, comunica e informa, programma e misura la responsabilità sociale”.
Oggigiorno, risulta essere sempre più indispensabile che le imprese, a prescindere dal proprio mercato di riferimento, orientino i processi verso una realtà maggiormente sostenibile, ponendo un’attenzione particolare a come questi possano impattare sulla società, sugli stakeholder e sull’ambiente circostante. Per questo motivo, le organizzazioni stanno orientando la loro strategia, verso un modello definito “win-win” -vinco io, vinci tu- al fine di creare un beneficio, non solo all’azienda stessa, ma anche all’ambiente di riferimento e naturalmente, ai portatori di interesse (stakeholder).
Da circa vent’anni, ormai, vi è una costante progressione del trend di crescita della diffusione della Responsabilità Sociale d’Impresa – intesa in ogni sua sfaccettatura – nelle organizzazioni di medie e grandi dimensioni. Quindi, a livello internazionale, il pilastro portante delle attività manageriali delle aziende, non è più solamente il risultato economico.
Il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa nella Sport Industry
Quanto affermato, non è ancora molto evidente nella Sport Industry dove, il risultato sportivo agonistico e il lato economico sono ancora determinanti per le organizzazioni, soprattutto in Italia. Nel corso del tempo, però, la concezione di “sport” è mutata notevolmente e la pratica della Corporate Social Responsibility, è divenuta popolare anche nel mondo sportivo: “il raggiungimento di un obiettivo, quindi, dipende anche dalle modalità con cui viene perseguito e dall’attenzione rivolta a temi che trascendono i risultati agonistici ed economici per raggiungere quelli sostenibili”. La Responsabilità Sociale è inclusa nelle strategie imprenditoriali delle società più innovative e all’avanguardia; negli ultimi anni, vi è stato un considerevole aumento della consapevolezza al riguardo: lo sport può essere un importante strumento di inclusione sociale, relazionale, ambientale, economico ed impatta positivamente sulla società. La RSI è un concetto complesso e ancora non compreso da tutti, infatti, le organizzazioni che pongono attenzione al suddetto tema sono ancora poche. Per una facile comprensione della correlazione tra Responsabilità Sociale e Sport si riporta la definizione della CSR, fornita dalla Norma Internazionale ISO 26000: “è la responsabilità, da parte di un’organizzazione, nei confronti delle conseguenze delle proprie decisioni e attività, sulla società e sull’ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente che:
- Contribuisce allo sviluppo sostenibile, inclusi la salute e il benessere della società;
- Tiene in conto le aspettative delle parti interessate;
- È conforme alle leggi applicabili e in accordo alle norme internazionali di comportamento;
- È integrata in tutta l’organizzazione e praticata nelle sue relazioni.”
Quindi, una società, per approcciarsi al meglio alla Responsabilità Sociale, non deve solamente definire un Codice Etico o redigere un Bilancio Sociale passo molto importante per rafforzare ed incrementare la propria autorevolezza, credibilità e reputazione-, ma è indispensabile che focalizzi la propria attenzione sulle sue attività di governance al fine di contribuire alla crescita del sistema sociale, generare fiducia e costruire delle relazioni solide con gli stakeholder, promuovendo il benessere di tutti i soggetti coinvolti.
Naturalmente, applicare i concetti teorici di responsabilità sociale, nella Sport Industry, è tutt’altro che banale, soprattutto se si considera che è un processo – quantomeno in Italia – che sta prendendo piede solamente da alcuni anni e, i continui cambi di governo, di certo, non hanno aiutato. Lo sport di qualsiasi livello, agonistico o dilettantistico, deve accettare la sfida proposta dalla CSR e orientarsi, così, verso strategie di responsabilità sociale, etica e morale, migliorando la qualità degli individui, direttamente coinvolti, radicandosi nel territorio e creando valore condiviso.
L’approccio strategico del CONI alla Responsabilità Sociale
Per comprendere al meglio, l’approccio alla Responsabilità Sociale che le singole organizzazioni sportive possono adottare, si riporta quello del CONI, autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive nazionali.
Il CONI è sempre più orientato alla creazione di valore condiviso e crescita sostenibile del sistema Sportivo Italiano, ergendosi su una governance e una rendicontazione trasparente, sul coinvolgimento e sul dialogo con gli stakeholder, ponendo massima attenzione alle persone e all’impatto sociale che lo sport ha sulla società, proponendo alcuni filoni di intervento, monitorando le attività svolte e, infine, redigendo il Bilancio Sociale per rendicontare le performance di Sostenibilità.
Bilancio di Sostenibilità 2013, CONI
Come è sancito dalla Carta Olimpica, una delle missioni del CONI è quella di porre attenzione allo sport di base e al ruolo che questo possa svolgere come strumento di sviluppo, crescita culturale e sociale. Negli ultimi anni, in particolare, il CONI ha rafforzato il suo impegno per lo sviluppo dello sport nel sociale, apportando cambiamenti importanti, non solo a livello gestionale ed organizzativo ma, anche, adottando un piano di strategico di Responsabilità Sociale e focalizzandosi su alcuni temi chiave identificati grazie alla collaborazione con i propri stakeholder. Gli attuali filoni di intervento (Bilancio di Sostenibilità 2018) sono divisi in tre macro aree: Sport e Sviluppo Sociale; Sport, Giovani e Scuola; Sport, Salute e Comunità. Ognuna di esse possiede uno o più obiettivi, vari filoni di intervento e molteplici progetti realizzati.
“Il cammino del CONI verso la sostenibilità è avvalorato anche dall’impegno per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) lanciati dall’ONU nel 2015. Il CONI, attraverso singoli progetti e attività, si impegna ad attuare delle azioni nel proprio piano programmatico e a integrare questi obiettivi nella propria strategia e nei processi di rendicontazione della sostenibilità”.
Riferimenti Bibliografici:
Commissione Europea (2001 rev. 2011), Libro Verde, Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese;
CONI, Bilancio di Sostenibilità (2013, 2017, 2018);
G. Esposito (2007), Scuola dello Sport – Rivista SdS n° 74;
M. Porter, M. R. Kramer (2011), Creating Shared Value “How to reinvent capitalism and unleash a wave of innovation and Growth”, Havard Business review;
A cura di
Dott.ssa Annapaola Biondo
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