Quando trenta, quaranta anni fa, si ballava nelle balere, quella che oggi prende il nome di Danza Sportiva, era perlopiù un’attività ludico-ricreativa, praticata per divertimento e priva di associazionismo e di regolamentazioni.

Circa vent’anni fa, ha invece iniziato a farsi spazio nel mondo dello SPORT vero e proprio, dotandosi di una propria Federazione, di regolamenti e di una precisa organizzazione agonistica. Fu proprio in quegli anni, che questa straordinaria disciplina sportiva, divenne teatro di grande spettacolo e registrò una crescita esponenziale del numero dei praticanti. La Danza Sportiva iniziò a calcare la scena di numerose competizioni nazionali ed internazionali, dando lustro e rilevanza a questo nuovo Sport.


Oggi, i due settori della Danza Sportiva, quello del sociale e quello agonistico, viaggiano su due binari paralleli. Da un lato, la Federazione Italiana Danza Sportiva, vanta un numero di iscritti che supera i 100.000, impegnati in competizioni nazionali ed internazionali. Dall’altro lato, troviamo invece un esercito di praticanti che amano il ballo nella sua accezione più ludica. Perché ballare, presenta notevoli vantaggi: è divertente, fa bene alla salute e promuove la socializzazione. Nuovi studi, inoltre, hanno dimostrato come, la Danza Sportiva, sia risultata efficace nel trattamento di gravi patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson. 

Particolare importanza, è inoltre attribuita al ruolo che riveste il ballo nella didattica dei più piccoli. 

Praticando la Danza Sportiva i bambini hanno l’opportunità di apprendere correttamente i valori dello Sport; è un’attività motoria sana, a basso rischio di infortuni, che rispetta il corridoio di crescita e le esigenze di ciascuna tappa evolutiva, affinchè i bambini possano crescere forti e in salute, divertendosi e formandosi, nella spensieratezza del gioco-sport e del libero apprendimento.

A cura di 
Dott.ssa Michela Quatrini

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