Alle donne si raccomanda di non eccedere col caffè in gravidanza, ma la revisione di oltre 1.200 studi a tema suggerisce che la caffeina andrebbe proprio evitata.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, prendere il caffè durante la gravidanza è ammesso, ma con moderazione: non più di 200 milligrammi al giorno, ovvero tre tazzine di caffè espresso. Oggi, un nuovo studio pubblicato su BMJ Evidence-Based mette in discussione le linee guida: non esiste un livello minimo di caffeina da poter assumere per portare a termine una gravidanza sicura. Le donne incinte, quindi, dovrebbero evitare completamente di bere caffè per evitare rischi di aborti spontanei, basso peso alla nascita e altre complicazioni.
Le complicanze
Per giungere a questa conclusione, il team di Jack James dell’Università di Reykjavik, in Islanda, ha analizzato più di 1.200 studi disponibili sull’effetto della caffeina nelle donne in attesa di un figlio. Gli articoli riportavano risultati per una o più delle sei principali categorie di esiti negativi della gravidanza: aborto spontaneo, natimortalità, basso peso alla nascita e/o piccolo per l’età gestazionale (SGA), parto pretermine, leucemia acuta infantile, sovrappeso e obesità infantile.
Nel complesso, la ricerca ha riscontrato una correlazione statistica tra il consumo di caffeina (senza soglia minima) e la possibilità di esito negativo della gravidanza, con l’eccezione delle nascite pretermine. In pratica, meglio evitare completamente la caffeina.
È noto da tempo che la caffeina provochi rischi in gravidanza (come anche alcol, fumo, farmaci eccetera) perché attraversa la placenta raggiungendo il feto, che non ha gli enzimi necessari per metabolizzarla. Ma adesso che questo nuovo studio islandese ha messo in discussione le linee guida ufficiali di Regno Unito, Stati Uniti ed Europa, suscitando non poche polemiche nel mondo scientifico, sarebbe utile un ulteriore approfondimento.
FONTE: Focus
A cura di
Redazione
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