Il finalista di Wimbledon dovrà restare fermo per 2 settimane. Era uno dei 7 azzurri qualificati, insieme a Fognini, Sonego, Musetti nel maschile e a Errani, Paolini e Giorgi nel femminile: non sarà sostituito.

Niente Olimpiadi per Matteo Berrettini. Il numero uno azzurro è costretto a saltare i Giochi di Tokyo 2020 per un risentimento muscolare alla gamba sinistra. Berrettini, sconfitto da Djokovic nella finale di Wimbledon dopo un grandissimo torneo, dovrebbe restare fermo per due settimane: era uno dei 7 azzurri qualificati, insieme a Fognini, Sonego, Musetti nel maschile e a Errani, Paolini e Giorgi nel femminile.


Non ci sarà possibilità di sostituire Matteo “last minute” nel torneo, come scrive il CONI sul sito ufficiale: “La delegazione dell’Italia Team si attesta a 384 atleti (197 uomini – con Paratore pronto a subentrare formalmente nel golf a Molinari – e 187 donne): dopo il 16 luglio, infatti, l’Itf non consente sostituzioni rispetto alla rosa di atleti indicata dai Comitati Olimpici“.

A Wimbledon

Matteo s’è procurato questo guaio muscolare quando è caduto durante la semifinale di Wimbledon, è quanto trapela da fonti vicine al giocatore. In finale ha forzato e già da lunedì avvertiva dolore. Per fortuna non si tratta del problema addominale di cui aveva sofferto in passato, in quel caso il recupero sarebbe stato molto più lungo e delicato.

Sono devastato all’idea di non poter giocare le Olimpiadi – sono le parole di Berrettini – sul suo profilo Instagram -. Sono estremamente dispiaciuto di annunciare la mia cancellazione dalle Olimpiadi di Tokyo. Ieri mi sono sottoposto ad una risonanza per controllare l’infortunio alla gamba sinistra che mi sono procurato durante Wimbledon e l’esito non è stato ovviamente positivo. Non potrò competere per alcune settimane e dovrò stare a riposo. Rappresentare l’Italia è un onore immenso e sono devastato all’idea di non poter giocare le Olimpiadi. Faccio un grosso in bocca al lupo a tutti gli atleti italiani, vi supporterò da lontano“.

FONTE: La Gazzetta dello Sport

A cura di
Redazione

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