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Da un punto di vista morfologico, cioè sulla base della distribuzione del tessuto adiposo, si riconoscono due forme di obesità:


  • Obesità androide;
  • Obesità ginoide.

L’obesità androide, è caratterizzata da un accumulo di grasso centrale, prevalentemente presente in sede addominale. Questo tipo di localizzazione, è tipica del sesso maschile e rappresenta un serio rischio per la salute cardiovascolare. Tale distribuzione è dovuta all’attività degli ormoni androgeni dell’uomo.

L’obesità ginoide, è rappresentata da un prevalente accumulo nella zona gluteo-femorale, ovvero dei fianchi. Questo tipo di localizzazione, è invece dovuta all’attività degli ormoni ovarici della donna. A questo proposito, occorre precisare che, sopraggiunta per la donna l’età della menopausa, la distribuzione del tessuto adiposo, tende ad uniformarsi a quello già visto per l’uomo. Il grasso inizierà gradualmente a virare in sede addominale, poiché si verificherà un crollo della produzione, in particolare, degli ormoni estrogeni.

L’obesità ginoide, non presenta un rischio di mortalità come nel caso dell’obesità viscerale. Qualora fosse pronunciata tuttavia, può arrecare danni a livello vascolare negli arti inferiori oppure, a livello osteo-cartilagineo per l’articolazione coxo-femorale, sottoposta ad un carico eccessivo.

L’indicatore del grasso addominale che correla con il rischio di malattie e morte è rappresentato da una misura antropometrica molto semplice: la circonferenza della vita. Quest’ultima, si misura con un banale metro da sarto e non deve mai, in nessun caso, superare i seguenti range stabiliti dalle linee guida internazionale:

  • 88 cm nella donna;
  • 102 cm nell’uomo.

Qualora queste misure venissero superate, si instaurano gradualmente importanti danni organici a carico del cuore e dei vasi sanguigni. Ciò che aumenta esponenzialmente, è altresì il rischio metabolico, ossia il rischio di sviluppare patologie quali il diabete mellito di tipo II o, ancor più grave, la sindrome metabolica.

Come deve essere eseguita la misurazione della circonferenza vita?

Quest’ultima va misurata in una linea che deve essere posta fra l’arco costale inferiore e la spina iliaca antero-superiore. È importante, dunque, far passare il centimetro tra questi due punti di repere ossei. L’errore più comune è quello di eseguire la misurazione passando per l’ombelico che, con il dimagrimento,tende ad abbassarsi e dunque a rendere invalide tutte le misurazioni.

Con l’aumento del grasso corporeo addominale, quali sono i rischi effettivi per la nostra salute?

L’accumulo di tessuto adiposo in sede viscerale causa, nei soggetti interessati, insulino-resistenza, a cui faranno seguito diabete mellito di tipo II e sindrome metabolica.

L’insulina è un ormone indispensabile alla nostra ottimale condizione di salute: abbassa la glicemia e difende la struttura proteica dell’individuo, poiché fa sì che si utilizzi solo glucosio, come fonte energetica. Favorisce, inoltre, l’accumulo di energia: aumenta cioè le riserve energetiche dell’organismo.

Nella condizione di insulino-resistenza, una grande quantità di glucosio verrà liberata dal fegato, perché l’insulina perde il suo ruolo biologico. Il glucosio avrà difficoltà ad entrare nelle cellule muscolari, pertanto si verificherà una condizione di iperglicemia a livello ematico. L’aumento del glucosio nel sangue, stimolerà una spasmodica produzione di insulina, instaurando la condizione di iper-insulinemia. Più insulina si produce, più si tende ad ingrassare!

A rimettere in equilibrio questo sistema, è proprio l’esercizio fisico. Quest’ultimo va a compensare l’incapacità dell’insulina di far entrare glucosio nelle cellule, disinnescando il meccanismo di insulino-resistenza.

L’entrata del glucosio nel muscolo, abbasserà dunque la glicemia e conseguentemente anche l’insulina si ridurrà. L’esercizio fisico, dunque, presenta un vero e proprio effetto terapeutico. La contrazione muscolare, infatti, consente la riattivazione del GLUT-4, un potentissimo trasportatore del glucosio, all’interno delle nostre cellule.

In conclusione, è indispensabile tenere presente che, è proprio il grasso viscerale che correla con l’insulino-resistenza. Il grasso addominale, è infatti costituito da cellule adipose (gli adipociti) di grandi dimensioni che liberano enormi quantità di acidi grassi e citochine infiammatorie (TNF – Alfa, Interleuchina6), estremamente dannose per la salute del cuore e dei vasi sanguigni.

Non ci dimentichiamo che, nel sovrappeso e nell’obesità, l’aspettativa di vita è limitata in quanto, i soggetti che ne sono affetti, sono maggiormente predisposti all’insorgenza di patologie dismetaboliche.

Ciò si traduce schematicamente nelle condizioni clinico-patologiche seguenti:

  • Ipertensione arteriosa;
  • Stato infiammatorio di basso grado e stress ossidativo, che causano un’accelerata aterosclerosi dei nostri vasi sanguigni.

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A cura di
Dott.ssa Michela Quatrini

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