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Stasera, per la prima volta nella storia, si disputerà, sul prato di San Siro, il big match femminile di serie A Milan-Juventus, a cui potranno assistere solamente mille spettatori.


Come riporta il Corriere, non è la prima volta che due squadre femminili di calcio si affrontano al Meazza, ma sono passati ben 46 anni da quella partita e dal titolo di quell’articolo che forse era meglio dimenticare: “L’Italia sembra l’Olanda, purtroppo sono donne…”

Articolo Gazzetta 25.09.1974 dopo il match Italia-Scozia 3-0 a San Siro

Lo sport, che dovrebbe essere un ambiente di totale condivisione, è spesso teatro di marginalizzazione della persona: la discriminazione di genere nello sport, è un fenomeno globale che in Italia, raggiunge picchi elevati e purtroppo, sono molteplici gli stereotipi che ingabbiano il mondo dello sport. La visione e la percezione del calcio femminile, però, sta cambiando ed è stato proprio il Mondiale di Calcio Femminile giocato nel 2019 che ha abbattuto le barriere: ha avuto un successo globale strepitoso e ha tenuto incollati allo schermo oltre 1.12 miliardi di spettatori.

Per poter comprendere meglio il fenomeno del calcio femminile, bisogna tornare indietro nel tempo. Quando è nato? Il calcio femminile non è una pratica moderna nata ai giorni nostri, ma le sue radici risalgono all’epoca della Prima Guerra Mondiale in Inghilterra con la nascita della squadra Signore del Kerr”.

Il proliferare della presenza femminile nel mondo del pallone fu dovuto, paradossalmente, alla Prima Guerra Mondiale: mentre gli uomini erano lontani, impegnati al fronte, le donne lavoravano in fabbrica e durante le pause o dopo il lavoro, si ritrovavano a giocare a calcio. Ad incoraggiare la pratica sportiva calcistica femminile è stato il grande successo riscosso in termini di spettatori, infatti, il pubblico attirato era quanto quello maschile e forse anche di più. Ciò può sembrare assurdo ma, il 26 dicembre 1920, in Gran Bretagna, le squadre Dick Kerr’s Ladies Football Club e St Helen’s Ladies si sfidarono a Liverpool, davanti a 53mila persone.

Dick Kerr’s Ladies Football Club

Nonostante tutto, però, la British Football Association vietò, nel 1921, a tutte le squadre femminili, di giocare a pallone sui campi affiliati alla Federazione usando l’emblematica l’affermazione: “il calcio non è idoneo per le donne e non dovrebbe essere incoraggiato”.

Nel frattempo, grazie all’impulso dell’Inghilterra, il calcio femminile si diffuse in tutta Europa e in Italia, le prime squadre iniziano a formarsi negli anni Trenta: il primo club calcistico femminile italiano era sito in via Stoppani 12, Milano ed era formato da un gruppo di donne che giocavano in sottana. La squadra milanese, dopo solo nove mesi di vita, fu sciolta a causa delle pressioni delle istituzioni sportive del Ventennio e solamente nel 1946 dopo la Seconda Guerra Mondiale, il calcio femminile trovò la sua struttura in Italia, ma per l’istituzione della Federazione Italiana Calcio Femminile (FIC), bisognerà attendere fino al 1968. La strada, fino ad oggi, fu tutta in salita e continuerà ad esserlo per un bel pò di tempo, dagli anni 70 in poi, la storia del calcio femminile fu intricata, ricca di fusioni e scissioni, basti pensare che solo nel 1986 entrò a far parte della FIGC, che il primo campionato femminile fu disputato nel 1991, che questo sport arrivò ai Giochi Olimpici solo nel 1996 e, infine, solamente oggi, nel 2020, si è avviato il progetto teso al riconoscimento del professionismo per le calciatrici.

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A cura di
Dott.ssa Nunzia e Dott.ssa Annapaola Biondo

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