I balli caraibici sono nati grazie a vari intrecci di culture diverse (arte, religione e modi quotidiani di vivere), che ha prodotto nel tempo un ritmo molto caratteristico nella zona caraibica ed in continua evoluzione formando così vari stili di ballo e quindi vari modi di esprimere la propria origine e la propria vitalità.

La loro evoluzione è iniziata con la scoperta dell’America, con la successiva razzia e il massacro degli indios aborigeni da parte degli spagnoli per poi proseguire con l’importazione degli schiavi Africani, sfruttati per la manodopera. Gli spagnoli portarono a cuba il ballo “zapateo” che si mescolò con il repertorio cubano di danze campesinas (danze della campagna) diventando “zapateo cubano”.
Da qui in poi l’evoluzione del ballo fu sempre più in crescita e si espanse con grande rapidità in tutta la zona caraibica, inventando e trasformando nuovi tipi di ballo ed espandendosi poi in tutto il mondo. In Italia questi balli furono portati da Luigi Marini e la cubana Iris Del Carmen Calzado Puente.


Ma i balli caraibici, quali balli comprendono?
I balli caraibici comprendono:

  • Il Merengue;
  • La Salsa;
  • La Bachata;
  • Il Mambo.

Le ipotesi sull’origine del Merengue sono diverse. Le zone in cui ne vediamo la nascita sono tra la Repubblica Domenicana e Haiti.
Nel corso del tempo ha avuto 3 diverse tipologie: il ballo di gruppo, il ballo di coppia e il ballo individuale. Nel ballo di gruppo era forte la componente del corteggiamento, uomini e donne si ponevano in cerchio alternati con al centro una giovane in età da marito. I maschi lanciavano le loro proposte simbolicamente gettando il cappello ai piedi della donna al centro del cerchio che venivano accettate se lo stesso fosse stato raccolto da lei. È il ballo di coppia che sancisce la nascita delle figure e del merengue come oggi tutti noi lo conosciamo. Il corteggiamento rimane sempre alla base della danza ma diventa un gioco a due fatto di molto contatto con il partner.

Si balla in 2/4 (126 – 130 bpm). Il passo base è formato da due passi in ogni direzione della sala. Basilare è l’archeggio, rotazione del bacino in senso orario e le spalle in senso opposto, le gambe sono flesse ed i piedi restano paralleli. Nel passo base alternato i ballerini sono di fronte e procedono avanti e indietro ancheggiando a turno.

Con il termine salsa vengono denominati vari ritmi, soprattutto caraibici, popolari nell’America Latina. L’antenato della sanse è il Son cubano che combina sia influenze europee che africane.
La crescita della Salsa moderna si dice sia iniziata nelle strade di New York negli anni Venti del ‘900.

In questo periodo storico, i ballerini non si toccavano ma si corteggiavano volteggiando.
Negli anni Quaranta, approdando nel quartiere ispanico El Barrio, i sapori cubani si mescolarono al jazz e al rhythm and blues. Divennero il simbolo degli ispanici d’America che ritrovarono un’identità.
La frase musicale della salsa è composta da due battute in 4/4 (192-200 bpm). Si conta 1-2-3-4 e al tempo 4 si fa una pausa. La Clave è lo strumento musicale il cui suono viene solitamente preso come punto di riferimento per gli attacchi dei passi. In realtà, per un ballerino di salsa, la difficoltà principale è trovare la prima battuta (che coincide con la prima battuta della quartina musicale).

La Bachata nasce a Santo Domingo nei primi anni del ‘900 nella parte più povera della popolazione. Era una danza liberatrice, ideata per spezzare i duri ritmi della vita quotidiana fatta di miseria e lavoro.
I testi delle canzoni raccontavano storie vere vissute nei quartieri poveri e molte di queste storie avevano contenuti amorosi e romantici, spesso tristi. Per questo motivo la Bachata era definita anche la “musica de amargue” (la musica dell’amarezza).

Per molti decenni la Bachata riuscì a sopravvivere nelle usanze e nelle abitudini del popolo soprattutto perché il ritmo romantico della musica ed il coinvolgimento che le figure di questa danza riuscivano a suscitare conquistavano le persone che vivevano nelle difficoltà.

I primi esempi di Bachata nascono spontaneamente dalle improvvisazioni di anonimi artisti che animano le feste popolari con i loro strumenti, in particolare chitarre, bongos, palytos y cucharas (bastoncini e cucchiai), e con le loro canzoni e balli. Sono questi gruppi, i “conjuntos de bachatas”, che sono all’origine di questo stile musicale.
La musica viene suonata in un tempo quaternario semplice, quindi ha una battuta costituita da 4 battiti uguali (ma con diverso accento) ciascuno di durata ¼ della battuta. La velocità è di 30-40 battiti al minuto. 

Il mambo è un genere musicale divenuto danza che trovò le sue origini sull’isola di Cuba al principio degli anni Trenta e che raggiunse il picco del successo tra gli anni Cinquanta e Settanta diffondendosi nel mondo come un’innovazione travolgente.
Il termine “mambo” è probabilmente legato al nome del Dio della guerra a cui la popolazione africana era solita dedicare rituali caratteristici. Si suppone che una delle tante interpretazioni del termine sia “sacerdotesse” o “coloro che parlano con Dio” evidenziando l’importanza del ruolo femminile nella comunicazione divina oltre a quello maschile dei capi tribù.

Il mambo si balla in 4/4 (92-96 bpm). Si parte al tempo 2 e si conta 2-3-4-1. La base 1 prevede il battito del piede e 4 passi “ancheggiati” con i talloni sollevati. In questo stile, prevale molto l’allenamento sulla tecnica e la biomeccanica del corpo, perché ogni figura viene resa perfetta da un preciso scaricamento di peso su una parte del corpo. Ogni minimo movimento parte dal busto fino ad arrivare alla punta dei piedi, in ogni azione è coinvolto tutto il corpo; sono dei parametri molto complicati ove, ogni atleta per arrivare alla perfezione studia ogni giorno per ore e per anni. La biomeccanica del corpo nei caraibici è molto complessa e intorno ad essa ruotano ore e ore di allenamento da parte di un atleta, fino a che un’azione diventi stilisticamente perfetta.


Riferimenti Bibliografici
Brunamonti M. – Il Tango, Musica e Danza – Casanova e Chianuca – 2002;

Mannini M. – Galuppo F. – Le Danze di Coppia in Occidente. Tutto Quello che c’è da Sapere dai Primi Passi alle Gare – 2018;

Porciatti G. – Il Grande Libro del Ballo – Giunti Editore S.p.A. – 2018;

A cura di
Dott.ssa Marta Doria e Dott. Gianmaria Celia

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