Il 20 settembre, gli stadi della Serie A hanno aperto le porte a mille tifosi, decisione che, una settimana fa, sembrava remota e lontana soprattutto se si considera che: nell’ultimo DPCM, è riportata nero su bianco, la decisione della chiusura degli stadi sino al 7 ottobre e che, a causa dell’innalzamento costante della curva epidemiologica, anche altri eventi sportivi come gli Internazionali BNL D’Italia dove era stato siglato un protocollo tassativo per consentire la presenza del pubblico si sono svolti senza la presenza degli spettatori.
Eppure, nella giornata di sabato, dopo il summit tra Stato e regioni, si è deciso di aprire le porte degli stadi, fissando un numero massimo di mille tifosi. Tale decisione è stata smossa e presa in virtù del fatto che nella mattinata di sabato, il governatore Luca Zaia aveva firmato un’ordinanza che seguiva quella del collega Emiliano Bonaccini, provocando la reazione del presidente della Lega di A: “Tutti i settori stanno ripartendo, perché non si applica lo stesso metro con il calcio?”
Pertanto, onde evitare che le regioni (in virtù della loro autonomia) iniziassero ad andare in ordine sparso e anche per dare un’immagine unitaria, si è deciso di aprire ad un numero massimo di mille, le partite del campionato di Serie A.
Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, sottolinea la sperimentalità dell’apertura a mille tifosi, per le future aperture e pone la sua attenzione a non creare disparità tra squadre, campionati e regioni: “Il mio obiettivo però è quello di consentire la partecipazione del pubblico per tutti gli sport e per tutte le categorie, arrivando a definire un protocollo unico che preveda una percentuale di spettatori in base alla capienza reale degli impianti: l’impegno che ci siamo presi durante l’incontro è quello di metterci subito al lavoro su questo”.
La presenza di mille spettatori, dunque, simboleggia un graduale ritorno alla normalità anche se per i bilanci delle società calcistiche, non rappresenta una voce significativa considerando che è il ticketing una delle maggiori componenti del bilancio societario.
Infatti, il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, dichiara che l’obiettivo è quello di garantire una riapertura degli stadi in tutte le categorie per evitare e soprattutto limitare, ulteriori ripercussioni economiche: “Mille spettatori sono pochi ma è comunque un punto di partenza. Il calcio ha avuto grande senso di responsabilità e ha dimostrato di meritare fiducia per questo vogliamo riaprire gli stadi a sempre più gente. Ripartire a giugno è stato impegnativo e siamo preoccupati anche per l’avvio di questa stagione. Il mondo del professionismo sta vivendo uno dei suoi periodi più drammatici. Ci dev’essere una riapertura graduale e proporzionale perché altrimenti si genererebbero diversi problemi nelle serie minori”.
A cura di
Dott.ssa Annapaola Biondo e Dott.ssa Nunzia Spaltro
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