LeBron James mantiene le sue promesse: due titoli in quattro finali ai Miami Heat, uno in quattro finali nella sua seconda parentesi ai Cleveland Cavs e uno al primo colpo (dopo un primo anno d’assestamento e infortuni) ai Los Angeles Lakers. A Gara 6 ha completato l’opera: quarto anello personale, primo big nella storia della Nba a compiere l’impresa di vincere tre titoli in tre squadre diverse, corona di Mvp delle Finals, 17esimo campionato nella bacheca dei Lakers e dedica a Kobe Bryant. 

James, nel discorso durante la premiazione: “al mio arrivo a Los Angeles dissi che avrei portato la franchigia nel posto che le apparteneva. Far parte di una squadra con così tanta storia è una sensazione incredibile, non solo per me ma per tutti i componenti. Volevamo solo rispetto. Io il miglior giocatore di sempre? Lascio a voi la discussione».


Un titolo arrivato al termine della stagione più strana di sempre, iniziata a ottobre 2019, sospesa per il Covid e finita un anno più tardi dentro la bolla di Orlando. LeBron racconta: “Giocare in questo scenario è stata probabilmente la cosa più impegnativa che abbia mai fatto come professionista. Ma sono venuto qui per una sola ragione e con un solo obiettivo: vincere il titolo”. Missione compiuta con una tripla doppia da 28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist con la collaborazione del solito Anthony Davis e di buona parte del cast di supporto (Rondo, Caldwell-Pope, Green e Caruso). 
Onore comunque anche agli Heat, arrivati a Gara 6 con pochissima benzina nel serbatoio e crollanti nel secondo quarto. 

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A cura di
Redazione

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