Vi sono delle malattie che quando colpiscono le persone, sia che esse siano in età infantile/adolescenziale, sia che esse siano in età adulta, sono molto pericolose e dannose. Una di queste è appunto la meningite, che può presentarsi nella sua forma più acuta, ovvero quella fulminante. Quest’ultima è quella che ha colpito una delle atlete protagoniste alle Paralimpiadi di Rio 2016, oro nel fioretto femminile, il suo nome è Beatrice ‘Bebe’ Vio.
Ma cos’è la meningite fulminante?
La meningite è una malattia che colpisce il sistema nervoso centrale e la caratteristica principale di questa patologia è l’infiammazione delle meningi. Trattasi nello specifico delle membrane che proteggono e ricoprono sia l’encefalo che il midollo spinale.
La funzione di queste tre membrane (pia madre, aracnoide e dura madre) consiste nel proteggere il sistema nervoso centrale dalle infezioni. Quando un agente patogeno minaccia quest’area, la dura madre (la meninge più esterna) diventa più permeabile, così da permettere un maggior afflusso di globuli bianchi. Questa reazione immunitaria determina, però, l’infiammazione delle membrane stesse. Il risultato è la formazione di edema (cioè un accumulo di liquidi) e l’aumento della pressione intracranica, con cattiva ossigenazione dei tessuti e rischio di danni cerebrali. Questa è causata da batteri, virus o funghi, e il suo sviluppo inizia con un’infezione attiva in una qualsiasi altra parte del nostro corpo. Da qui poi comincia ad estendersi attraverso il flusso sanguigno fino a raggiungere le meningi.
Tra gli aspetti che la rendono molto pericolosa c’è che si trasmette con estrema facilità, sia per via respiratoria, che attraverso la saliva e anche tramite secrezioni nasali.
Affinché il contagio avvenga è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. L’esposizione agli agenti causali non comporta necessariamente lo sviluppo della meningite fulminante: è frequente, infatti, lo stato di portatore, cioè di individuo sano completamente asintomatico e transitorio, che non sviluppa la malattia.
Quali batteri possono provocare una meningite fulminante?
In linea generale, i microrganismi responsabili della patologia sono invasivi (cioè capaci di moltiplicarsi velocemente e diffondere nell’organismo) e variano con l’età del paziente:
- Nel neonato: i principali agenti eziologici sono Escherichia Coli e streptococchi del gruppo B;
- Nell’adolescente e nel giovane adulto: è implicato più comunemente il batterio meningococco, di cui esistono diversi sierogruppi (A, B, C, Y, W135 e X);
- Nell’anziano: i casi sono dovuti principalmente allo pneumococco e alla Listeria monocytogenes.
Il dramma, il coraggio e la forza di Bebe Vio
Ha solamente 11 anni Beatrice quando deve affrontare l’arrivo della malattia, che nel suo caso è stata davvero molto aggressiva. L’infiammazione dell’endotelio, ovvero quel tessuto che va a rivestire l’interno dei vasi sanguigni, ha portato a una seria compromissione dei vasi stessi.
I medici quindi, non hanno avuto molta scelta sul da farsi. Per evitare che i danni divenissero ancora maggiori, sono stati costretti ad amputarle tutti e 4 gli arti.
Con l’ausilio di specifiche protesi è tornata ad allenarsi in palestra, la sua voglia di vivere e di essere un’atleta le ha permesso ad oggi di poter essere conosciuta al mondo come una campionessa olimpica che ha conquistato una medaglia d’oro.
Ma come si può riconoscere la meningite fulminante?
I sintomi principali che possono mostrare la presenza della meningite fulminante (che sono poi gli stessi comuni ad altre forme), sono diversi.
Innanzitutto, si presenta con febbre spesso molto alta e con nausea molto forte alcune volte accompagnata da vomito. Chiaramente, essendo un’infiammazione delle meningi uno dei sintomi più evidenti è un forte mal di testa, che è spesso accompagnato da uno stato di coscienza in calo, battito cardiaco rallentato e senso di torpore.
Ad alcuni sintomi invece, va prestata molta attenzione, in quanto campanelli d’allarme della meningite nella forma fulminante. Parliamo del dolore ai muscoli e manifestazioni tipo convulsioni ed epilessia.
Come potersi difendersi e come poterla curare?
Capire quando qualcuno è affetto da questa patologia non è una cosa immediata, la malattia infatti, viene diagnosticata attraverso lo studio particolare della persona che sta male, procedendo con un’analisi dei sintomi e dall’anamnesi del soggetto.
L’esame principale che i medici fanno nel caso si sospetti essere di fronte ad una persona con meningite, è l’esame del liquor al microscopio e in coltura, il quale è in grado di mostrare la presenza dell’agente patogeno. Questo tipo di analisi inoltre, permette di capire quale sia nello specifico il tipo di agente che è responsabile dell’infiammazione.
Il trattamento conseguente alla scoperta e l’accertamento quindi della presenza di meningite nel soggetto, prevede il ricovero in ospedale e la somministrazione di antibiotici. Una forma di prevenzione a cui possiamo attingere, è solo l’accorgimento di evitare zone sovraffollate, specialmente nel momento in cui in una determinata area geografica si sono registrati diversi casi di meningite in un lasso di tempo piuttosto breve.
Riferimenti Bibliografici
European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), World Health Organization Regional Office for Europe (WHO) Tuberculosis Surveillance and Monitoring in Europe – 2019;
A cura di
Dott. Gianmaria Celia e Dott.ssa Marta Doria
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