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Quando parliamo di rappresentazione del corpo, ci riferiamo a 2 costrutti: l’immagine corporea e lo schema corporeo.
Lo schema corporeo è la rappresentazione mentale del nostro corpo. La costruzione di esso viene elaborata progressivamente con lo sviluppo e la maturazione nervosa.
Generalmente per valutare lo schema corporeo viene richiesto al bambino di denominare le varie parti del corpo su di sé, sull’altro e su una bambola o anche di disegnare la figura umana. Queste prove ci informano sulla conoscenza del corpo che ha il bambino; però bisogna tener presente che questa conoscenza è dovuta all’insegnamento ricevuto e quindi può esserci anche un apprendimento meccanico che non corrisponde effettivamente ad uno schema corporeo già strutturato.
Il Test della figura umana permette di avere un’idea approssimativa ma abbastanza corretta della crescita psicofisica e del livello di evoluzione grafica del bambino.
Può essere eseguito da bambini dai 3 ai 12 anni. Il bambino, nel disegnare la figura umana, rappresenta inconsciamente sé stesso e quindi la percezione del proprio schema corporeo e dei desideri che lo accompagnano.
Se la figura umana è eseguita con una buona collocazione nello spazio, ben proporzionata nelle forme, ossia se il tutto è definito in modo strutturato il bambino si avvia ad una crescita armonica, con un buon adattamento alla realtà. Al contrario se il bambino disegna un omino piccolo, magari in fondo al foglio, con un tracciato debole e tremolante, può significare che egli si sottovaluta, si sente inferiore ai suoi amici o rispetto ad un fratello. L’assenza di alcuni organi o apparati del corpo umano, le continue cancellature, le interruzioni del tratto e una collocazione non corretta degli arti sono tutti segnali di insicurezza, che colti in tempo, servono all’adulto non tanto per fare diagnosi, ma per aiutare il bambino nella fiducia in sé stesso, nella propria autostima, per evitare che sentendosi poco dotato, blocchi il suo potenziale in sviluppo. Nell’esecuzione del test, ci si rivolge al bambino: “disegna una figura umana”, o per i più piccoli, “disegna un uomo o una donna, un bambino o una bambina”.
È importante evitare di intervenire per non influenzare il disegno, magari incoraggiarlo: “va bene così, continua tranquillo”.
Non c’è limite di tempo per l’esecuzione del disegno, il bambino è libero di cancellare e modificare il disegno. Si consiglia di osservare la sequenza dell’esecuzione della figura umana, l’atteggiamento e i comportamenti spontanei del bambino, il tempo impiegato e la quantità di fogli usati.
Il Test dello schema Corporeo è una prova di conoscenza e di costruzione dell’immagine del corpo. Misura il livello di conoscenza delle relazioni tra le diverse parti del corpo. Il bambino deve costruire una figura umana avendo a disposizione tutti i pezzi: i pezzi però non combaciano e ciò fa sì che, per poter realizzare una figura umana, il bambino deve averne una rappresentazione. Consente di ottenere un’età mentale riferibile alla rappresentazione corporea.
La prova è costituita da 2 parti:
- Prova di fronte: corpo e viso in prospettiva frontale (applicabile da 4-8 anni);
- Prova di profilo: corpo e viso in prospettiva laterale (6-11 anni).
Il fronte e il profilo vengono proposti in 3 fasi diverse volte a sottolineare aspetti diversi della rappresentazione corporea:
- Evocazione: il bambino dispone di una tavola bianca con un punto di riferimento, un pezzo per volta dato dall’esaminatore: il bambino deve posizionarlo;
- Costruzione: dispone di tutti i pezzi e deve coordinarli sulla tavola;
- Riproduzione: è uguale alla costruzione ma il bambino ha il modello di fronte.
Per una valutazione più accurata si può osservare lo sviluppo di alcune capacità quali afferrare o lanciare una palla, correre o saltellare, poiché per queste attività occorre una conoscenza dei segmenti corporei che si impegnano, nonché una corretta organizzazione spaziale degli stessi. O ancora, si può chiedere di imitare dei gesti compiuti dall’esaminatore sia che riguardino il corpo intero oppure le sole mani. L’imitazione ci mostra la capacità del bambino di identificare i rapporti spaziali dei segmenti corporei nell’altro e rapportarli a sé e quindi alla conoscenza del proprio corpo.
In particolare, sono importanti le indagini sulla conoscenza e l’uso delle dita poiché, come detto in precedenza, uno dei disturbi specifici dello schema corporeo è l’agnosia digitale.
R.C. Russo (1994), ha messo a punto il “Test per l’uso selettivo delle dita” che consiste di dodici prove di imitazione; i gesti da imitare non devono richiamare particolari significati per evitare facilitazioni dovute ad una precedente conoscenza. Durante ogni prova, il modello dell’esaminatore viene mantenuto per il tempo dell’esecuzione. Dai risultati si evince che nella fascia di soggetti dell’età di 11-12 anni, l’uso selettivo delle dita appare evoluto più o meno alla pari di quello di un adulto.
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Riferimenti Bibliografici
Picq L., Vayer P. “Educazione Psicomotoria e ritardo mentale” – 1980;
A cura di
Dott.ssa Marta Doria e Dott. Gianmaria Celia
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