I medici spesso consigliano di fare attivitĂ  fisica sia per prevenire le patologie sia per curarle, ma non dicono mai come e cosa fare. 
PerchĂ©? Semplicemente perchĂ© non è il loro compito: i medici possono prescrivere l’attivitĂ  fisica (proprio come un farmaco), ma non possono necessariamente consigliare quale sia la migliore per il singolo soggetto; questo compito spetta allo scienziato motorio ed in particolar modo a quello specializzato in tecniche dell’attivitĂ  motoria preventiva ed adattata nel caso in cui il soggetto presenti particolari patologie e/o esigenze legate alla propria salute.

Lo scienziato motorio specializzato Ă¨ in grado di realizzare un piano su misura del cliente/paziente che si rivolge a lui, tenendo conto di tutta la sua storia clinica e quindi anche delle indicazioni fornite dai medici, sia per prevenire patologie specifiche come l’aterosclerosi, l’ictus, l’infarto… sia per curarle o diminuirne i sintomi che portano disabilitĂ  o difficoltĂ . 
Lo scienziato motorio non specializzato invece può occuparsi di soggetti sani che non presentano patologie o che non sono a rischio, inoltre possono far eseguire ai soggetti i piani di allenamento preparati dai laureati magistrali.


Ma quali dovrebbero essere i parametri fondamentali da potenziare ed ottimizzare per raggiungere o mantenere un buon livello di salute e di fitness? Sono fondamentalmente tre: capacitĂ  aerobica, forza e mobilitĂ . 

L’allenamento dovrebbe essere indirizzato a migliorare i parametri carenti ed a mantenere o migliorare quelli giĂ  ad un buon livello, sempre rispettando tutte le esigenze e gli obiettivi generali e specifici dei singoli pazienti. Avere una buona capacitĂ  aerobica, ovviamente riferita alle caratteristiche del soggetto come l’etĂ , lo stile di vita, eventuali patologie… migliora la qualitĂ  non solo della vita ma anche degli allenamenti poichĂ© riduce l’affaticamento e quindi permette anche di sottoporsi a sedute piĂą impegnative. 

Implementare la forza consente invece di facilitare molti gesti quotidiani e di disporre di un fisico piĂą adatto a resistere agli insulti dell’ambiente esterno (come ad esempio gli urti) e quindi di avere una minor probabilitĂ  di infortunio. Nei soggetti anziani migliorare la condizione generale di forza riduce significativamente il rischio di caduta e combatte la sarcopenia e l’osteoporosi

Migliorare la mobilitĂ  articolare e quindi di conseguenza anche la flessibilitĂ  permette di mantenere livelli di forza maggiori anche diminuendo le sedute di allenamento dedicate ad essa, inoltre riduce la possibilitĂ  di infortuni ai muscoli, alle articolazioni, ed all’apparato tendino-legamentoso. Questa capacitĂ  rende i gesti sia quotidiani sia sportivi piĂą fluidi, di conseguenza piĂą sicuri ed economici dal punto di vista bioenergetico. Fino a non molto tempo fa, inoltre, si sosteneva che allenando contemporaneamente la forza e la mobilitĂ  vi fossero meno incrementi nello sviluppo della forza, ma studi scientifici mirati hanno dimostrato la falsitĂ  di queste affermazioni. Allo stesso modo è stata screditata anche la teoria che fare stretching prima di una prestazione sportiva aumenti il rischio di infortunio: innanzitutto dipende dal tipo di prestazione fisica richiesta ed in seconda battuta dipende dalla tipologia di stretching che si va ad eseguire e dalle tempistiche che vengono utilizzate.

Potenziare in parallelo tutte e tre questi parametri permette quindi a qualsiasi soggetto (dal bambino fino all’anziano), a prescindere dalle sue abitudini sportive o di vita, di trarre notevoli vantaggi anche nella vita quotidiana e nei gesti che sembrano piĂą banali e scontati. Affidarsi ad un professionista del movimento per creare un programma efficiente, su misura e bilanciato è la base per poter migliorare il proprio stato di salute a 360° e senza correre rischi inutili. 

Riferimenti bibliografici
Gollin M. – “Metodologia della preparazione fisica”, Elika Editrice, 2014;

A cura di
Dott.ssa Gaia Leuzzi

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