Ogni individuo risponde in maniera differente ad uno stesso stimolo allenante e, ciò che potrebbe essere un allenamento eccessivo per un soggetto, può essere al di sotto delle capacità per un altro.
Il ruolo dell’allenatore, è pertanto, quello di riconoscere e tener conto delle differenze individuali quando si definisce il programma di allenamento.

Ad ogni programma di allenamento vi è sotteso il principio del sovraccarico progressivo, secondo cui si ritiene che, per ottenere il massimo beneficio dall’allenamento, lo stimolo allenante debba essere aumentato progressivamente, man mano che l’organismo si adatta allo stimolo corrente. Infatti, l’organismo risponde all’allenamento adattandosi allo stress causato dallo stimolo allenante.
L’unico modo per migliorare tramite l’allenamento, è incrementare lo stimolo allenante, ovvero lo stress. Se però questo concetto viene portato all’estremo, l’allenamento può diventare eccessivo e sollecitare l’organismo al di là delle sue capacità di adattamento. Vi sarà quindi un volume e un’intensità così elevata che si può arrivare ad uno stato di affaticamento cronico.


Erroneamente, diversi allenatori e atleti, credono che il massimo del miglioramento si ottenga solo con allenamenti molto intensi.

L’intensità dell’allenamento si riferisce sia alla forza relativa della contrazione muscolare, sia all’impegno relativo richiesto al sistema cardiovascolare. Questa viene valutata come percentuale del VO2max di un soggetto.
La maggior parte degli studi scientifici dimostrano che un’intensità di allenamento compresa tra il 50 e il 90% del VO2max, induce un miglioramento significativo della capacità aerobica.

Per aumentare il volume di allenamento, si può aumentare la durata o la frequenza delle sessioni di allenamento.
I risultati degli studi però, non indicano differenze significative nel miglioramento ottenuto da atleti che utilizzano volumi di allenamento normale rispetto a quelli che raddoppiano il volume.

Nel caso di un allenamento eccessivo, il volume o l’intensità di allenamento o entrambe, vengono aumentate fino a livelli estremi. Al contrario, nel caso dell’Overreaching si ha un tentativo sistematico di esporre l’organismo, intenzionalmente ad una super stimolazione, che porta l’organismo ad adattarsi agli stimoli allenanti raggiungendo livelli superiori. Questo comporta un miglioramento delle funzioni fisiologiche e della prestazione.
Questo, è un punto critico dell’allenamento poiché esagerando si può arrivare all’Overtraining, il cui recupero dell’organismo richiederà moltissimi mesi.
Il segreto, il quale è tutt’altro che semplice, è riuscire a portare l’atleta fino al raggiungimento di un miglioramento delle funzioni fisiologiche e della prestazione, evitando di oltrepassare quella linea che porta all’Overtraining.

A cura di
Dott. Gianmaria Celia e Dott.ssa Marta Doria

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