La capacità di reazione può essere definibile come quella che ci consente, dato uno stimolo, di reagire motoriamente ad esso il più velocemente possibile.
Essa è utilizzata non solo nelle attività sportive, ma anche nella gestione e nell’organizzazione automatizzata e volontaria della motricità usuale dell’uomo. Si compone di un tempo totale (TT) identificabile come quello necessario per percepire, identificare, elaborare uno stimolo esterno e rispondere motoriamente, ed ha 2 componenti parziali che sono il tempo di reazione (TR) ed il tempo di movimento (TM).

Il TR indica la velocità della presa di decisione e viene identificato nell’intervallo di tempo tra la percezione dello stimolo non preceduto da un preavviso e l’inizio della risposta motoria e quindi può coincidere con il tempo necessario per prendere decisioni ed incominciare un’azione.


Può essere dunque considerato, come misura dei 3 stadi fondamentali dell’elaborazione dell’informazione:

  • Identificazione dello stimolo (percezione);
  • Selezione della risposta (scelta);
  • Programmazione della risposta.

È solitamente superiore a 120 millisecondi.

Alcuni autori operano un ulteriore suddivisione del TR in 2 componenti parziali, come il TRP o tempo di reazione premotorio ed il TRM o tempo di razione motorio, che indica l’inizio dell’attività neuromuscolare anticipatoria della fase motoria e dovrebbe coincidere con la velocità di conduzione dello stimolo nervoso.

In molti sport di situazione, l’efficacia della prestazione dipende dalla velocità con cui l’atleta prende decisioni che sono il frutto di un’integrazione tra afferenze ed ambiente e scelta di programmi motori personali.
Il TM o tempo di movimento, è identificabile come l’intervallo di tempo tra l’inizio e la fine di un movimento in reazione ad uno stimolo.

Una modalità di classificazione semplice adottata unanimemente dagli studiosi del movimento è basata sulla distinzione tra:

  • TR semplice, quando ad uno stimolo sensoriale viene associata un’unica risposta motoria;
  • TR complesso o di scelta, quando le alternative, stimolo-risposta, sono più di una. In questo caso, il TR è la misura del tempo che un soggetto impiega per percepire ed identificare lo stimolo, per scegliere e programmare la risposta giusta.

Con l’aumento delle possibili coppie stimolo-risposta, aumenta il tempo richiesto per rispondere.

I fattori che influenzano i tempi di reazione sono:

  • Capacità attentive;
  • Numero delle alternative stimolo-risposta;
  • Compatibilità stimolo-risposta;
  • Quantità dell’esercizio;
  • Natura dell’esercizio.

Prima Hick nel 1952 e poi Hyman nel 1953, hanno dimostrato che esiste correlazione lineare tra il TR di scelta e il logaritmo dei numeri delle coppie stimolo-risposta.
Questa relazione, oggi una delle leggi più importanti della prestazione umana, è conosciuta come Legge di Hick ed è applicabile ad ogni contesto del movimento umano.

La Legge di Hick, incide prevalentemente sul secondo stadio di elaborazione dell’informazione, perché riguarda la quantità d’informazione con cui l’esecutore ha a che fare prima di decidere che cosa fare e quindi lo stadio della scelta. Pertanto, afferma che, “il tempo di risposta motorio ad uno stimolo dipende dalla quantità di informazioni che dev’essere analizzata”.

Quando vi è compatibilità e naturalezza tra stimoli e risposta, i tempi di reazione sono più veloci. Ce lo dimostra il fatto che, quando dobbiamo frenare sulla nostra automobile, la reazione alla frenata è più naturale e veloce se la eseguiamo con il piede abituale ed automatizzato, cioè con il destro.

Se provassimo a frenare con il piede sinistro, la reazione, oltre ad essere più lenta, verrebbe anche graduata male in coordinazione ed intensità. La ripetizione dell’esercizio e quindi l’allenamento incidono sulla reattività dell’uomo e ciò rappresenta uno dei fattori influenzanti del tempo di reazione di scelta. Una maggiore quantità di ripetizione del movimento favorisce la sua automatizzazione e comporta TR di scelta più brevi.
Il tempo di reazione, viene influenzato anche dall’identificazione dello stimolo esterno, vale a dire dal grado di attenzione focalizzata verso quello stimolo che l’uomo è in grado di attivare.

Anche dal punto di vista motorio-sportivo, una limitata capacità di attenzione può essere dannosa, sia in fase di ottenimento di una prestazione e sia in fase di apprendimento di un’abilità.

Anticipare gli sviluppi di una situazione consente di facilitare i processi decisionali riducendo così i tempi di reazione normalmente lunghi. In un atleta molto abile la capacità di anticipazione consiste nel prevedere ciò che sta per accadere nell’ambiente, sia quando avverrà, e quindi è in grado di eseguire in anticipo diverse attività di elaborazione dell’informazione.

Può essere di 2 tipi:

  • Temporale;
  • Spaziale.

L’anticipazione spaziale o dell’evento, implica la previsione di ciò che avverrà nell’ambiente. L’anticipazione temporale implica la previsione del momento in cui si svolgerà un determinato evento.
Naturalmente i vantaggi esistono se l’anticipazione spazio-temporale è corretta, ma bisogna considerare anche gli svantaggi derivanti da previsioni sbagliate.

La legge matematica che spiega matematicamente la relazione inversa fra rapidità e precisione è la Legge di Fitts.
Tale Legge afferma che, la velocità d’esecuzione di un movimento, è inversamente correlata alla precisione. Quindi, descrive una relazione inversa fra la difficoltà di un movimento e la rapidità con cui esso può essere svolto; pertanto, movimenti precisi saranno effettuati in tempi maggiori rispetto ad altri meno accurati, in quanto richiedono più tempo per rilevare gli errori e apportare correzioni.

Riferimenti bibliografici
Casolo F. – Lineamenti di Teoria e Metodologia del Movimento Umano – 2002;

A cura di
Dott. Gianmaria Celia e Dott.ssa Marta Doria

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