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Negli ultimi anni da vari studi scientifici si è osservato un incremento esponenziale di soggetti che soffrono di ansia patologica. Questi numeri si sono raddoppiati nell’ ultimo anno a causa della pandemia di Covid-19, con ripercussioni negative a livello fisico, psichico e sociale.


Prima di definire l’ansia patologica, bisogna evidenziare che l’ansia di per sé non è una patologia o un disturbo psicologico. È un meccanismo adattivo, cioè rappresenta un meccanismo utile all’adattamento e alla sopravvivenza; infatti, consente di individuare facilmente e rapidamente un pericolo e permette di utilizzare tutte le risorse per fronteggiare una determinata situazione.

Quando si attiva uno stato ansioso, il nostro corpo risponde aumentando la frequenza cardiaca e respiratoria per apportare più ossigeno e nutrimenti ai muscoli per consentire un la fuga dal pericolo, aumenta la sudorazione che permette al corpo di raffreddarsi e evitare che si riscaldi troppo, le pupille si dilatano per fare entrare più luce negli occhi e diminuisce l’attività dell’apparato digerente con una conseguente sensazione di nausea o vomito.

Si definisce ansia patologica quando: lo stato di ansia è eccessivo, al di fuori di un contesto realistico di allarme o pericolo e produce disadattamenti significativi nella vita di un soggetto in tutte le sue aree. Questo disturbo è caratterizzato da una anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione.

L’ attività fisica ha un ruolo fondamentale per il controllo di questa condizione.  

L’ attività fisica ha:

  • Un effetto protettivo: garantisce il benessere psicofisico, sostenendo la salute e la percezione di benessere corporeo attraverso il rilascio di endorfine;
  • Un effetto terapeutico: nel soggetto migliora il senso di autoefficacia, padronanza e autostima.

Inoltre c’ è un cambiamento e una distorsione di pensiero legato al corpo: ovvero le risposte fisiologiche dell’esercizio fisico (frequenza cardiaca alta, sudorazione, fatica, respiro corto ecc…), vengono percepite come esito dell’attività fisica e non di possibile patologia come avviene nell’ansia patologica creando un circolo vizioso tra risposte fisiche, psichiche e cognitive (esempio: ho il batticuore, ora svengo devo andare in ospedale, riuscirò ad arrivare in tempo?).

Concludendo il chinesiologo attraverso dei piani di allenamento adattati può contribuire alla risoluzione o al miglioramento della condizione.
Infatti con degli esercizi specifici come il controllo della respirazione, miglior ansiolitico naturale, e esercizi di rilassamento muscolare per favorire la consapevolezza corporea, insieme a esercizi di mental training: (moviola, visualizzazione positiva, immaginazione di eventi rilassanti, ricompense materiali o simboliche) metodi utilizzati spesso dai preparatori atletici con gli atleti prima e dopo una gara per rafforzare i comportamenti corretti e gestire l’ansia, il soggetto riesce a controllare l’ansia e il suo comportamento.

È fondamentale che il soggetto si affidi ad esperti, principalmente per evitare danni fisici e per evitare che l’esercizio fisico venga utilizzato dal soggetto non come svago e benessere fisico ma come modulatore delle emozioni.

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A cura di
Dott. Ionut Bonanata

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