(Per richiedere un programma di allenamento personalizzato, clicca qui).

(Per scaricare gratuitamente l’articolo, clicca qui)


La Formula 1 è uno sport che affonda le sue radici circa 130 anni fa, allora non aveva questo nome, ma veniva identificato con delle gare definite “Gran Premi”, termine “arcaico” con il quale ancora oggi, in alcuni casi, si fa riferimento a questo sport.

In molti sicuramente facendo zapping, guardando la tv con qualche parente o amico, o attraverso social si saranno imbattuti in una gara di Formula 1; chiedendosi come mai è ritenuto uno sport molto impegnativo o addirittura come mai è considerato uno sport, visto che a competere sono dei piloti in delle automobili.

Giuseppe “nino” Farina (1 titolo mondiale), Alfa Romeo – 1950

G-Force

Prima di addentrarci in un’analisi dettagliata del programma di allenamento di un pilota, è importante capire a cosa va incontro un pilota quando effettua un giro di pista sulla monoposto. È   sottoposto alla famosa G-Force; una forza fisica alla quale il suo corpo è sottoposto durante la decelerazione (anche se varia in base ad alte variabili, quale il carico aerodinamico e l’attrito degli pneumatici sull’asfalto), fino a sei volte il suo peso. Questa forza è il risultato del prodotto tra la massa del pilota e l’accelerazione, espressa in numero di G; questo comporta che un pilota si trovi mediamente a sopportare una forza pari a 3187,16 N (325 Kg), di cui circa 392,26 N (40 Kg) solamente a carico del cranio.

Performance e fisiologia

Jenson Button – 1 titolo mondiale

Il modello prestativo di un pilota di F1 prevede, una gara di durata massima pari a 2 ore, di essere sottoposto alla G-Force come è stato spiegato nel paragrafo precedente, di dover esercitare circa 882,59 N (90 Kg) con l’arto inferiore sinistro sul pedale del freno, di dover sopportare temperature interne all’abitacolo molto alte fino a circa 45-50°C con un tasso di umidità compreso tra 70 e 80% in circuiti del continente asiatico.

La fisiologia del corpo umano non può e non deve essere trascurata, per questo bisogna sapere a quali aggiustamenti l’organismo va incontro.

Sistema cardiovascolare

Il cuore di un pilota di F1 ha 40-50 bpm di media che durante la gara e non solo variano repentinamente, durante la gara si possono avere picchi oltre i 200 bpm (quindi più che raddoppiati). Una curiosità riguardo i battiti per minuto del muscolo cardiaco dei piloti; nel pre-gara un pilota seduto nell’abitacolo (senza muovere un muscolo) raggiunge anche i 185/190 bpm a causa dell’adrenalina (ormone prodotto dalle cellule cromaffini della midollare del surrene sotto stimolazione del sistema nervoso simpatico o autonomo o vegetativo), contemporaneamente la pressione sanguigna aumenterà fino ad una percentuale del 50% per tutta la durata della gara.

Bilancio Idrico

Nel pre-gara è fondamentale una giusta idratazione prevista dal piano alimentare strutturato per ogni singolo atleta. Tutto ciò perché durante la gara l’organismo va incontro ad una pericolosa disidratazione, in quanto si tratta di una perdita di liquidi pari a circa 3 litri; dei quali solamente 1 potrà essere reintegrato, sottoforma di bibita energetica, grazie ad un sistema di pompaggio che permette di bere all’interno del casco.

Arti superiori

La richiesta fisiologica a cui devono fare fronte gli arti superiori di un pilota, prevedono un notevole allenamento di endurance muscolare, aumentando il meno possibile la sezione trasversa del muscolo (ovvero il volume) che andrebbe ad aumentare la massa corporea, nel caso dei piloti è controproducente in quanto anche pochi chilogrammi in più peggiorano le prestazioni delle automobili.

Arti inferiori

Anche per gli arti inferiori vale il principio di allenamento applicato per gli arti superiori, si prediligerà quindi un allenamento di endurance muscolare senza intaccare il volume. Durante una gara il pilota dovrà mediamente applicare una forza di circa 80 chilogrammi per 1500 volte.

Sistema Nervoso

Il sistema nervoso di un pilota di F1 sarà posto sotto forte stress sia nel pre-gara che durante la gara; questo perché sarà sottoposto a numerosi stimoli interni ed esterni. Infatti prima della gara gli atleti ricorro a tecniche di respirazione e rilassamento. Fondamentale per un pilota sono i tempi di reazione cruciali per adattarsi nel minor tempo possibile alle situazioni che si presentano, un allenamento che viene svolto da numerosi piloti di questo livello e l’utilizzo della “Batak reaction board”. Un dispositivo elettronico che permette di migliorare i tempi di reazione, coordinazione oculo manuale; è composto da un diverso numero di LED (a seconda del modello prestativo) che si accendono e spengono in modo randomizzato, il pilota deve premere il LED che si accende nel minor tempo possibile. Un pilota svolge delle sedute di allenamento divisa in microcicli da 60 secondi durante i quali colpirà circa 120 luci, con dei tempi di reazione pari a 0,49 s.

Allenamento

La pianificazione dell’allenamento dei piloti negli ultimi anni ha ripreso una metodologia largamente utilizzata dall’esercito americano al finire degli anni ‘80, come preparazione fisica di base per il reparto speciale dei Navy SEALs, questa metodologia è l’allenamento calistenico. Questa metodologia è basata sull’utilizzo della propria massa corporea e piccoli attrezzi come unici sovraccarichi durante le sessioni di allenamento, e permette di allenare contemporaneamente diverse capacità condizionali e coordinative quali: mobilità, stabilità core ed endurance muscolare.

Di seguito riassunta la routine di allenamento di un pilota di Formula 1 (standardizzata).

Routine di allenamento

Prima seduta quotidiana
Warm-Up:

Allenamento Endurance:

  • Durata compresa tra 80/100 minuti;
  • Cyclette, bike, tapis roulant, corsa, nuoto o canottaggio;
  • Aumento di intensità con una cadenza di 30 minuti;
  • Simulazione di tempi di percorrenza di un settore di pista, aumentando l’intensità per 5 serie da 30 secondi;
  • 5/6 minuti ad intensità costante;
  • 30 minuti finali a media/bassa intensità.

Seconda seduta quotidiana
Warm up e attivazione muscolare:

  • Correre, camminare, saltare la corda per circa 15-20 minuti;
  • Attivazione muscolare, con ponte glutei, crunch, sit up.

Leg Circuit Training:

  • Spider Crawl;
  • Box Jump;
  • Front Squat;
  • Romanian Deadlift;
  • Leg press;
  • Hal calf raises.

Upper Body Circuit Training:

  • Arnold Press;
  • Bench Press;
  • Shoulder Side Raises;
  • Hammer Curl.

Neck training:

  • Neck Rotation;
  • Seated Harness extension isometric;
  • Simulazione guida F1, con disco da 3 kg in mano e flessioni laterali del collo.

(Per richiedere un programma di allenamento personalizzato, clicca qui).

(Per scaricare gratuitamente l’articolo, clicca qui)

Riferimenti Bibliografici
“V˙O2peak, Body Composition, and Neck Strength of Elite Motor Racing Drivers”, Peter J. McKnight, Luke A. Bennett, Jon J. Malvern, David P. Ferguson;

“The Physiology of Auto Racing”, Michael B. Reid, J. Timothy Lightfoot;

“Reactivity, stability, and strength performance capacity in motor sports”, Br. J. Sports Med, 2006. H.Baur, S.Muller, A. Hirschmuller, G.Huber, F. Mayer;

A cura di
Dott. Alessandro Imbrogno

Commenta con Facebook

Tags

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *